Venezia 72. Leone d’oro, vince il nuovo mondo?

LIDO DI VENEZIA –  La 72 edizione del cinema di Venezia presieduta dal messicano Alfonso Cuaron, ha voluto celebrare il nuovo mondo attraverso  il film Desde Allà dell’esordiente  regista venezuelano Lorenzo Vigas.

E’ stata una grande sorpresa per tutti il mondo del cinema, che ha visto esclusi i favoriti de critici: l’Italiano Bellocchio, il cinese Liang Zaho, il russo Aleksandr Sokurov, l’americana Laurie Anderson. Al contrario, 40 anni dopo la morte di Pier Paolo Pasolini non é stata una sorpresa l’assegnazione del premio al film restaurato Salò le 120 giornate di Sodoma (1975), sua ultima opera prima della morte. Una favola amara sul potere e la schiavitù ancora d’attualità. Attualità anche per il film vincitore del Leone d’oro in riferimento alle continue polemiche sul matrimonio gay, l’omofobia  e la discriminazione della differenti preferenze sessuali. Desde Alla (Da Lontano) é la storia dell’amore tra due uomini di età differente: un  adulto che si innamora di un ragazzino in una Caracas violenta e degradata.  Un messaggio politico che risuona in una città come Venezia che ha visto di recente  accendersi un dibattito sull’omosessualità, quando il sindaco Luigi Brugnaro ha ritirato dalle scuole un libro francese «Jean ha due mamme»?  Risponde la giurata Diane Kruger, attrice e modella tedesca: «No, noi cercavamo film che facessero conoscere nuovi registi. Ma si spingerà ad aprire una discussione politica, ben venga… ». Non é politica, ma é certo che il contenuto del film vincitore a Venezia riafferma la lotta di Pasolini contro l’ipocrisia di una società troppo discriminante nei confronti di tutte le differenze. Desde Allà, girato a Caracas, ricorda I Ragazzi delle borgate romane pasoliniane.  Non é politica, ma Pier Paolo Pasolini continua a vivere e a scandalizzare attraverso Salò, come attraverso un film venuto  da lontano, fin dal’America latina: ma non da un nuovo mondo. Infatti non é una vera sorpresa il Leone d’Oro 2015 se pensiamo che nella nostra società moderna sono ritornata tutte le paure, l’incertezze, le fragilità le violenze di una vita già raccontata con lucido estremo realismo nel romanzo Ragazzi di Vita, scritto nel 1955. Non é politica ma, a sua modo, la 72e Mostra del cinema racconta  l’arretramento sociale, culturale, economico di un mondo globalizzato che fatica ad andare avanti. Cinema del reale é la vita e questa non é una sorpresa.

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