Venezia 74. Il Conte Volpi di Misurata, padre delle Coppe.

VENEZIA – I premi principali che la Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia (non chiamatela festival, per favore!) assegna ai vincitori del concorso sono, com’è noto, i Leoni d’oro e d’argento ai due film scelti dalla giuria internazionale, e le Coppe Volpi destinate alla coppia di attori protagonisti che si sono imposti con la loro interpretazione, maschile o femminile. I Leoni d’oro e d’argento si richiamano al Leone di San Marco simbolo della Repubblica Serenissima, le Coppe Volpi hanno una diversa origine e risalgono al fascismo. E discendono dalle coste della Libia.

La Mostra di Venezia è la più antica manifestazione cinematografica al mondo: risale al 1932 e la precede solo di un anno il premio assegnato dall’Accademia delle arti e delle scienze di Hollywood, la popolare statuetta in similoro dell’Oscar. Ma non tutti sanno che i due premi destinati agli attori sono intitolati a Giuseppe Volpi, nobiluomo e industriale veneziano di grande intraprendenza e dalla lunga e movimentata esistenza. Fin da giovane aveva fatto fortuna in Montenegro e in Turchia, a Venezia condusse una vita spensierata, fra belle donne e la passione per la nascente arte cinematografica. L’avvento del fascismo accelerò le sue ambizioni. Era già governatore di Libia quando Mussolini, affascinato dalla sua personalità, lo volle ministro delle finanze. Per esaltare la sua passione per il cinema e insieme rilanciare Venezia sul piano turistico, Giuseppe Volpi dopo aver fatto costruire il nuovo porto di Marghera e aver lavorato nel settore alberghiero, creò al Lido la Mostra del Cinema che in un primo momento si chiamò “Esposizione Internazionale d’arte cinematografica”. Mussolini, che lo aveva messo a capo della Confederazione Fascista dell’Industria (l’attuale Confindustria) non tardò a chiedere a re Vittorio Emanuele III di concedergli il titolo di conte. Il re non ebbe obiezioni e nel 1925 Giuseppe Volpi divenne conte di Misurata, che è la terza città della Libia dopo Tripoli e Bengasi. Oggi Misurata, sul golfo della Sirte, è più nota alle cronache dell’immigrazione in Italia dei disperati che partono in gommone da quell’angolo di nord Africa. 

La caduta del fascismo procurò molti guai a Giuseppe Volpi: fu arrestato dalle SS e rischiò la fucilazione. Scampato anche al processo di Verona che condannò i firmatari dell’ordine del giorno del 25 luglio fatale a Mussolini, Volpi continuò nel dopoguerra la sua attività d’imprenditore.  Fra l’altro era presidente della Sade, la Società Adriatica di Elettricità proprietaria della diga del Vajont che nel 1963 provocò un’inondazione con quasi duemila vittime. E’ morto nel 1947 a settant’anni: il suo funerale fu celebrato dal patriarca di Venezia monsignor Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII. 

Giuseppe Volpi ha lasciato una nipote non meno blasonata e mondana: era, infatti, il nonno di Marina Cicogna, l’unica vera produttrice che il cinema italiano abbia mai avuto. Insieme con il fratello Bino, morto suicida in Brasile, ha prodotto alcuni film importanti, come Indagine su un cittadino al disopra di ogni sospetto di Elio Petri, che nel 1971 vinse l’Oscar per il miglior film straniero, e Metti una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi. 

Oggi Marina Cicogna ha ottantatré anni: dal nonno ha ereditato oltre alla passione per il cinema, anche il piacere per la vita mondana e trasgressiva. Un giorno su un aereo della Varig, la compagnia di bandiera brasiliana, vide un manifesto con la fotografia di una bella ragazza. La cercò, la trovò, era Florinda Bolkan, faceva l’hostess. Le ha fatto interpretare un paio dei suoi film e stata, fra alti e bassi, la sua compagna per diciotto anni. Negli anni Sessanta è stata un’esponente di spicco non solo della dolce vita romana ma del jet set internazionale, le sue amicizie erano tutte altolocate: Gianni Agnelli e Luchino Visconti, Grace Kelly e Ranieri di Monaco, Onassis e Maria Callas, Federico Fellini. 

Dalla mostra al Lido Marina Cicogna non manca mai. Il ricordo del nonno è per lei vivissimo: al proprio cognome oltre a quello del marito Mozzoni ha aggiunto anche Volpi di Misurata.  Gli attori e le attrici spesso giovani e stranieri che al Lido vincono la Coppa Volpi, nella maggior parte dei casi ignorano a chi si riferisca quel cognome, che prima di entrare nella storia del cinema internazionale, è stato testimone di un pezzo di storia italiana. 

 

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