Venezia Classici 75. “Il Portiere di notte”, di Liliana Cavani: la provocazione di Charlotte

VENEZIA – Il manifesto pubblicitario del film Portiere di notte di Liliana Cavani mostra la protagonista, l’inglese  Charlotte Rampling, a petto nudo con le bretelle dei pantaloni neri a mettere in risalto il seno  piccolo su un torace che mostra le costole,  in testa un berretto militare.

Un’immagine cruda, tutt’altro che erotica che tuttavia allarmò  la censura ministeriale allora preposta alla tutela del comune sentimento dl pudore dell’epoca. Siamo nel 1974. Naturalmente, non era  intenzione della regista dare al suo film un’immagine pruriginosa: al contrario, si tratta di una storia drammatica, ambientata nella Vienna degli anni Cinquanta, dove si incontrano  per caso in un albergo una ragazza ebrea scampata al campo di concentramento e il suo aguzzino, un ufficiale delle SS ora nascosto sotto la divisa del portiere di notte.  La ragazza lo riconosce e potrebbe denunciarlo: a ruoli invertiti, la vittima che diventa carnefice, continua fra i due la lotta per la sopravvivenza. Charlotte Rampling e Dirk Bogarde sono i protagonisti di un film crudo che la Cavani ha tuttavia diretto con garbo, come avrebbe fatto negli anni a venire: di lei ci piace ricordare il suggestivo  San Francesco.

Restaurato dal Centro Sperimentale di Cinematografia con il supporto di  Cineteca Nazionale, Istituto Luce e Cinecittà, Portiere di notte  sarà presentato alla Mostra di Venezia fra i film italiani scelti nella sezione dedicata ai migliori restauri degli ultimi dodici mesi. Un’iniziativa benemerita che consente al cinema dimenticato di   tornare a vivere  dopo anni di abbandono. E qui è d’obbligo una considerazione: é’ proprio vero che il cinema deve vivere di luce propria, non può contare sulla scappatoia delle televisioni private, delle cassette VHS oggi DVD, sui più diffusi supporti telematici, sui tablet, gli smart phone e quant’altro. Netflix è di avviso contrario. Ai posteri …

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