Domenico Scialla, autore di “Camminando verso l’oceano”: uno sperimentatore appassionato della vita

Domenico Scialla, giornalista e opinionista tv –  panelista di “Che Succ3de”, il programma condotto da Geppi Cucciari – racconta la genesi del suo ultimo libro: “Camminando verso l’oceano”, un viaggio fuori e dentro il nostro “io”, dagli esiti inattesi e misteriosi.

Il suo romanzo è frutto di un’esperienza autobiografica?

Per certi aspetti sì. Nasce soprattutto dalla rielaborazione che il mio inconscio ha fatto del mio vissuto: in particolare del cammino di circa 1000 km che io e la mia amica Gabri abbiamo percorso per motivi naturalistici e culturali da Saint Jean Pied De port a Finisterre. E il risultato è una narrazione anche visionaria-metafisica. 

“Camminando verso l’oceano” racconta appunto l’excursus di un cammino sino a Finisterre, poco dopo Santiago De Compostela: c’è un motivo “spirituale” dietro a questa scelta? 

Siamo partiti mossi dal desiderio di immergerci totalmente nella natura e nella storia di quei luoghi “trascendenti” godendo appieno di tutte quelle sensazioni. Ma poi, da questi posti pieni di energia del “presente” e del “passato”, ricevi talmente tanto che – pur non avendo scelto di fare questo cammino per motivi spirituali – si finisce a vivere un’esperienza che rasenta il misticismo, sentendoti profondamente in comunione col cosmo e con tutto ciò che ti circonda. In queste condizioni una rinascita interiore è inevitabile.     

A chi suggerirebbe la lettura del romanzo?

Credo possa andare bene per tutti. Magari, è più adatto ai lettori con una certa sensibilità e curiosità che possano apprezzare una lettura fuori dal comune. 

Camminare per lei, cosa rappresenta?

Un’esperienza di totale benessere fisico e mentale. Camminare fa benissimo. Ne sono convinti anche i medici che consigliano di compiere almeno diecimila passi al giorno, che equivalgono a circa sette chilometri. 

Ha già in cantiere un altro libro?

Sto scrivendo una storia liberamente tratta dalla mia vita. Anche qui interverranno l’immaginifico e il surreale, che poi sa essere più “reale” di quanto si possa pensare. Ma, in fondo, cos’è “la realtà” e “la non realtà”? Forse è la stessa cosa! La stessa fisica quantica, le cui basi sono state gettate da grandi menti come Albert Einstein, ci insegna che per spiegare determinati fenomeni non c’è più bisogno di ricorrere al paranormale. 

Come si definirebbe in un aggettivo?

Cosmico.    

Cosa sogna di diventare da “grande”?

Ancora non lo so, con certezza. Ho tanti interessi e mi definirei uno sperimentatore. Mi sono dedicato alla musica e ho scritto di letteratura e spettacolo e questo mi ha permesso di diventare giornalista pubblicista ed essere scelto come “inviato” a Sanremo, per nove volte. Attraverso la scrittura, racconto e comunico i miei interessi e tento di trasmetterne il potenziale al lettore. Al momento, mi sto appassionando moltissimo al Reiki, e apprese le basi, sto studiando per conseguire il secondo e il terzo livello; lo pratico molto su me stesso e sugli altri: fa bene ed è anche una grande fonte d’ispirazione. Poi c’è il “disegno”, non sono abile tecnicamente, ma in momenti di ispirazione, riesco a creare qualcosa di soddisfacente. Oggi, sono un impiegato amministrativo, è un lavoro che svolgo con serietà e impegno, ma non è questa la mia strada definitiva! Spero che tutte le mie inclinazioni possano confluire in una professione creativa, che possa entusiasmarmi e dove continuare a sperimentare. 

     

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