Venezia 2022. “BARDO, Falsa crónica de unas cuantas verdades”, surreale profumo di Leone d’oro

VENEZIA –  Potrebbe essere il pluripremiato regista messicano Alejandro González Iñárritu a vincere il Leone d’oro?

Troppo presto per dirlo, ma c’è da scommettere che anche questa volta avrà un qualche riconoscimento qui a Venezia . Il suo “BARDO, Falsa crónica de unas cuantas verdades” , traducibile come “Bardo, falsa cronaca di alcune verità”, è un film di Netflix che uscirà anche nelle sale e che, per la straordinarietà delle immagini, andrebbe assolutamente visto sul grande schermo.  Un film surreale, di cui non tutti i simbolismi sono decifrabili, ma colpiscono a livello subliminale, suscitando meraviglia e commozione.  Ad esempio un neonato  non vuole uscire dall’utero materno perché fuori è un disastro, e il padre accetta di ricacciarlo nell’utero della madre, fino al giorno in cui dovrà per forza navigare da solo e sarà affidato al mare. In un film che parla anche d’immigrazione queste immagini potenti, tenere e tragiche, non possono non far pensare – al di là della storia del protagonista – ai bambini annegati durante le traversate dei profughi. Come fanno riflettere le schiere di migranti anonimi che solcano montagne assolate e polverose verso una vita migliore e un approdo che tutti ci rende uguali: la morte.

“BARDO, Falsa crónica de unas cuantas verdades”  racconta di Silverio (Daniel Giménez Cacho) giornalista documentarista messicano di grande successo che vive negli Stati Uniti quale emigrato di prima categoria, ha riconoscimenti importanti, grande casa a Los Angelis e figli che studiano lì. Dopo aver ricevuto un prestigioso premio internazionale, Silverio è costretto a tornare in Messico, dove a contatto con una realtà dolorosa, lui trapiantato di lusso in un paese che ha una storia controversa verso la miseria messicana, cade  in crisi. Mentre i ricordi e le paure  salgono in superfice,  emerge il suo sconcerto e lo stupore nel pensare a sé confrontandosi con chi ha una vita amara. In un mondo paradossale dove Amazon compra  le nazioni, cumuli di persone rifiutate s’ammucchiano come spazzatura. Silverio cerca risposte sul proprio ruolo nella follia del quotidiano, sulla divisione tra realtà e finzione, sulla propria identità, sul successo, la caducità dell’esistenza, i legami con la famiglia, attraverso il setaccio della storia messicana, inscindibile da quella umana. 

Alejandro González Iñárritu è nato nel 1963 a Città del Messico. Il padre era un dirigente bancario molto benestante, caduto in disgrazia dopo alcuni investimenti sbagliati. Alejandro a 17 e 19 anni ha lavorato come mozzo su una nave attraversando l’Atlantico. Oggi è un messicano di enorme successo che vive a Los Angeles con moglie e due figli. Ha vinto 5 Oscar, 4 Golden Globe, 3 Bafta, 2 David di Donatello; è il primo messicano a essere insignito dal festival di Cannes quale miglior regista. Non si può negare, pur non essendo “Bardo” un film necessariamente autobiografico che il protagonista, interpretato dal bravissimo Daniel Giménez Cacho, sia un suo alter ego. Lo stesso Iñárritu ha dichiarato: “Alcuni anni fa, mi sono accorto all’improvviso che la strada davanti a me era molto più breve di quella che avevo già percorso. Inevitabilmente, ho incominciato a esplorarla a ritroso e nel profondo, ma entrambi i sentieri sono ingannevoli e labirintici. Il tempo e lo spazio si intrecciano, e la narrazione che costituisce ‘la nostra vita’ non è molto più di un falso miraggio, composto da fatti percepiti in modo soggettivo dal nostro imperfetto sistema nervoso. La memoria non è veritiera, possiede soltanto convinzioni derivate dalle emozioni. È quindi la verità̀ dell’emozione che io voglio ricercare, nell’enorme baule pieno di chimere che mi porto dietro” .    

BARDO, FALSA CRÓNICA DE UNAS CUANTAS VERDADES

Regia: 

Alejandro G. Iñárritu

Produzione: 

M Productions, Redrum

Durata: 

174’

Lingua: 

Spagnolo, Inglese

Paesi: 

Messico

Interpreti: 

Daniel Giménez Cacho, Griselda Siciliani, Ximena Lamadrid, Iker Sanchez Solano, Andrés Almeida, Francisco Rubio

Sceneggiatura: 

Alejandro G. Iñárritu, Nicolás Giacobone

Fotografia: 

Darius Khondjii

Montaggio: 

Alejandro G. Iñárritu, Mónica Salazar

Scenografia: 

Eugenio Caballero

Costumi: 

Anna Terrazas

Musica: 

Bryce Dessner, Alejandro G. Iñárritu

Suono: 

Nicolas Becker, Martin Hernandez

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