Addio a Giancarlo Bigazzi. Alla fine i violini hanno disegnato le sue montagne verdi

FIRENZE – Musica. Addio a Giancarlo Bigazzi, autore di grandi successi. Tanta gente comune tanti big della canzone ai funerali del compositore alla Badia Fiesolana.

Tanti occhiali scuri tanto giusto riserbo che abbiamo voluto rispettare. Chi lo ha ricordato per un dettaglio, chi per un evento grande, sottovoce. Stilare una biografia diventa un lavoro immane vista la prolificità e la grandezza di Giancarlo Bigazzi, ci limitiano al profilo ufficiale del sito della Siae. Giancarlo Bigazzi ha fatto cantare e sognare tante generazioni, inventando brani indimenticabili con una grande capacità di cogliere il gusto popolare del tempo. E’ morto stanotte a 71 anni l’autore e produttore Giancarlo Bigazzi, uno dei personaggi che ha contribuito a scrivere la storia della musica leggera italiana. Compositore e Autore di grande successo, leader del gruppo Squallor, produttore discografico e talent scout (ha lanciato Umberto Tozzi, Raf e Marco Masini, tra gli altri).

Le sue straordinarie canzoni sono state, da subito, amate dal grande pubblico, a cominciare da Un colpo al cuore per Mina e Luglio per Riccardo Del Turco, entrambe datate 1968, appena iscritto alla Siae. Quelle successive sono diventate evergreen, suonate e mandate a memoria nei locali notturni e in programmi tv: Rose rosse, Lisa dagli occhi blu, Montagne verdi, Non si può morire dentro, Erba di casa mia, Tu, Gloria (diventata anche un hit americano nella versione di Laura Branigan). Bigazzi scrisse anche per i Camaleonti (Eternità, reinterpretato da Ornella Vanoni), Mia Martini (Gli uomini non cambiano), Raf (Self control) e Marco Masini (T’innamorerai). Ha firmato brani per altri grandi interpreti della musica italiana come Adriano Celentano, Milva, Francesco Guccini, i Ricchi e Poveri, Nino Ferrer, Caterina Caselli, Pupo. Pioniere del genere trash, formò nel 1971 gli Squallor, band ironica e dissacrante, insieme con Alfredo Cerruti, Daniele Pace, Elio Gariboldi e Totò Savio, inanellando brani mandati a ripetizione dalle radio come 38 luglio e Abat-jour e incidendo album fortunati per oltre venti anni. Due di loro, Arrapaho e Uccelli d’Italia, che saranno pure portati sul grande schermo cinematografico. Nel 1987 firmò Si può dare di più, che vide il trio formato da Umberto Tozzi, Gianni Morandi e Enrico Ruggeri vincere il Festival di Sanremo. Tra gli anni Ottanta e Novanta, spesso in collaborazione con l’autore e amico Beppe Dati, produsse e scrisse i brani portati al successo da Raf, Paolo Vallesi, Aleandro Baldi, Alessandro Canino. Fu inoltre autore di colonne sonore: Mery per sempre e Ragazzi fuori di Marco Risi, Mediterraneo di Gabriele Salvatores. Ha fatto parte anche dell’assemblea Siae e si è battuto per i diritti degli autori di testi e dei musicisti.
I funerali si svolgeranno domenica 22 gennaio 2012 alla Badia Fiesolana.

Ricodiamolo nel lato suo goliardico: IL VIDEO

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