Arti visive. L’altra città. Un percorso partecipativo e interattivo nella realtà carceraria italiana

TARANTO – Prenderà il via il prossimo 6 maggio, nella casa circondariale “Carmelo Magli” di Taranto,  un importante evento artistico-culturale: L’altra città. Un percorso  partecipativo e interattivo nella realtà carceraria italiana.

L’evento è curato dal teorico e critico d’arte Achille Bonito Oliva e da Giovanni Lamarca, comandante del reparto di Polizia Penitenziaria della locale casa circondariale, con il contributo di detenuti, personale in servizio e in pensione (Anppe), artisti, esperti e scrittori tra i quali  Giulio De Mitri (artista e docente), Roberto Lacarbonara (giornalista e critico), Anna Paola Lacatena (sociologa e scrittrice), Giovanni Guarino (attore e animatore).

L’installazione consiste in un’opera site specific realizzata nella sezione femminile del carcere di Taranto. Si tratta di un percorso artistico, culturale e sociale che presenta l’esperienza detentiva come reale opportunità di crescita interiore e di apertura a possibili cambiamenti, dando modo al visitatore di percepire ciò che sono i luoghi della pena oggi al di là dei luoghi comuni proposti dal cinema o da certa informazione sensazionalistica.

Il progetto si articola in tre momenti. Innanzitutto un laboratorio sulla didattica dell’arte che ha coinvolto un gruppo di detenute fornendo non solo le basi conoscitive sulle pratiche artistiche dell’arte contemporanea ma anche, e soprattutto, sollecitando una riflessione personale sul proprio  percorso esistenziale e sull’esperienza della detenzione. L’arte, dimorando nella fantasia e non solo, avvia un processo di sublimazione che blocca le pulsioni negative, producendo qualcosa di socialmente positivo. Come afferma il sociologo Mario Morcellini, «l’arte, sublimando la realtà, è uno dei mezzi per trascendere la solitudine e uscire dalla fortezza dell’individualismo». In quanto spazio di libera espressione, l’arte ha stimolato nei detenuti significativi momenti relazionali e socializzanti, incanalando positivamente la loro potenziale creatività.

Il successivo momento è stato caratterizzato da interventi artistici che hanno mutato la natura di quella che precedentemente era un’ordinaria sezione detentiva, realizzando con segni, scritture, simboli e immagini un’eccezionale installazione site specific. Per i detenuti è stata questa una significativa opportunità formativa ed educativa che ha contribuito alla “ricostruzione” della propria identità sociale e culturale.

Il terzo momento è rappresentato dall’apertura del carcere alla società civile, rendendo fruibile, a chi ne farà domanda, l’installazione stessa. Un’occasione, unica e straordinaria, per stimolare un’ulteriore riflessione sulla condizione dei ristretti, come metafora della personale condizione di prigionia che ciascuno racchiude nel proprio vissuto. Attraverso la sfera emotiva e sensoriale, il potenziale fruitore, coinvolto da essere libero, interagirà infatti con la realtà carceraria compiendo un reale percorso che lo condurrà dalla sensazione di detenzione e di isolamento a quella di emancipazione e condivisione della propria libertà. « Non più escluso, a debita distanza dall’opera come nelle mostre tradizionali, ma letteralmente incluso.», come afferma Achille Bonito Oliva.

L’esperienza de “L’altra città” è accompagnata da una pubblicazione monografica, curata da Achille Bonito Oliva e Giovanni Lamarca, edita dalle Edizioni Gangemi di Roma. Alla prefazione di Carmelo Cantone, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria per la Puglia e la Basilicata, seguono testi di Achille Bonito Oliva, Giovanni Lamarca, Roberto Lacarbonara, Giulio De Mitri, Anna Paola Lacatena, apparato iconografico (crediti fotografici di Giorgio Ciardo e Roberto Pedron) e note biografiche sugli autori. I proventi della vendita dello stesso sono destinati all’Associazione di volotariato penitenziario “Noi e Voi”, ente promotore del progetto, operante da  anni all’interno della Casa Circondariale di Taranto, per favorire la realizzazione di progetti di recupero dei detenuti.

           

Condividi sui social

Articoli correlati