A Tarquinia la mostra “Etruschi maestri artigiani”

A palazzo Vitelleschi di Tarquinia è stata presentata  l’iniziativa che rientra nel più ampio progetto Artcity estate 2019

Alla conferenza stampa erano presenti la direttrice del Polo museale del Lazio Edith Gabrielli, i sindaci di Tarquinia e Cerveteri Alessandro Giulivi e Alessio Pascucci, i curatori della mostra Andrea Cardarelli e Alessandro Naso.

I nomi di Cerveteri e Tarquinia costituiscono senza  dubbio, un riferimento immediato, quasi un sinonimo, agli Etruschi e alla loro cultura, tanti sono i reperti archeologici, le fonti storiche e le testimonianze epigrafiche accumulati in entrambe le città lungo il millenario sviluppo della civiltà etrusca. Questa situazione d’eccellenza è valsa, esattamente 15 anni fa, nel 2004, alle necropoli di Cerveteri e Tarquinia, nonché alla rispettiva zona di rispetto (buffer zone), l’iscrizione nella lista del patrimonio culturale dell’umanità dell’Unesco. 

Proprio per celebrare il quindicesimo anniversario di questo ambito riconoscimento, il Polo Museale del Lazio, nella cui sfera di competenza ricadono anche i musei e i parchi archeologici di Cerveteri e Tarquinia, ha deciso di allestire   due esposizioni nei rispettivi musei. È una straordinaria opportunità per evidenziare la stretta connessione tra le due antiche città etrusche, ma, soprattutto, per rinsaldare il legame naturale tra i musei e le rispettive necropoli.

L’esposizione, curata da Andrea Cardarelli e Alessandro Naso, punta ad una valorizzazione delle prestigiose raccolte già presenti nei due musei, integrandole con pochi puntuali prestiti, per dare senso a un itinerario tematico che potesse valorizzare alcuni contesti e specifici manufatti, in modo anche da prefigurare una possibile nuova conformazione delle collezioni museali.

“Nel nome degli Etruschi questa mostra – ha dichiarato  la direttrice del Polo Edith Gabrielli – tiene uniti quattro siti di grande importanza per l’arte e la cultura del nostro Paese. Per noi è una tappa importante: come l’intero progetto ArtCity Estate 2019, di cui fa parte, essa sottolinea l’ormai raggiunta capacità del Polo Museale del Lazio di ‘fare rete’ con le amministrazioni locali. Per celebrare i 15 anni dell’inserimento dei quattro siti nel patrimonio Unesco abbiamo pensato di operare su più livelli: da un lato organizzare una rassegna che si chiama Immaginario etrusco di musica  e spettacolo che si svolge nei quattro siti  e poi  questa mostra che prendesse per mano il visitatore per fargli vedere i quattro siti, le due necropoli e i due musei, con occhi nuovi. L’obiettivo principale è quello di ‘‘insegnare a vedere”. In riferimento a questi obiettivi e con l’intento di intraprendere un percorso scientifico complessivo in linea con le attuali tendenze della ricerca, si è deciso di porre l’attenzione sull’eccezionale rilevanza dell’artigianato etrusco e sulla straordinaria perizia raggiunta dagli artigiani nel corso del primo millennio a.C. nelle due città di Cerveteri e Tarquinia. Ci auguriamo possa essere il primo passo verso un nuovo approccio al nostro patrimonio culturale. I visitatori potranno inoltre ammirare sotto una nuova luce oggetti di raro pregio, come l’eccezionale corredo della tomba tarquiniese con la celebre situla (un particolare tipo di vaso cilindrico) dell’inizio del VII secolo a.C. recante il nome in caratteri geroglifici del faraone Bocchoris, ma anche una tromba-lituo, uno scudo e una scure in bronzo finemente decorati, sepolti nel VII secolo a.C. come offerta rituale in un antico deposito votivo di Tarquinia.”

La mostra si avvale di un prestigioso comitato scientifico, composto da archeologi, storici dell’arte e museologi, tra i quali si annoverano alcuni dei maggiori esperti internazionali in etruscologia: Fernando Gilotta – Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”; Barbara Jatta – Direttrice dei Musei Vaticani; Laura Michetti – Sapienza Università di Roma; Marina Micozzi – Università degli Studi della Tuscia; Marco Pacciarelli – Università degli Studi di Napoli Federico II; Enrico Parlato – Università degli Studi della Tuscia; Maria Antonietta Rizzo – Università di Macerata.

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