A Genova in mostra il genio olandese Maurits Cornelis Escher

“Siete davvero sicuri che un pavimento non possa essere anche un soffitto?” M.C. Escher

Chi si trova a passare per Genova non deve assolutamente mancare di visitare a Palazzo Ducale la mostra dedicata Maurits Cornelis Escher, il grande genio olandese autore di paradossi prospettici, geometrici e compositivi che ancora oggi continuano a ispirare generazioni di nuovi artisti in ogni campo. Le intuizioni matematiche che stanno alla base delle sue opere solo in epoca tarda si sono confrontate con il mondo accademico matematico, trovando conferme, riscontri e suggerimenti.

“Quante volte nel periodo appena trascorso ci siamo sentiti privi di orientamento, smarriti? Quante volte abbiamo sentito il bisogno di cultura, del suo slancio intellettuale importante e profondo, ma anche del suo improvviso coinvolgimento di senso e di sensi? E quanta fatica abbiamo fatto a ricominciare, a fidarci di quella vertigine, dopo tante chiusure e altrettante ripartenze?

Le risposte che ognuno di noi sente di dare a queste domande sono il motivo della mostra di Maurits Cornelis Escher a Palazzo Ducale, la più completa mai realizzata fino ad oggi in Italia, e anche la più immaginifica, la più potente, la più coinvolgente.
Per intraprendere di nuovo il cammino con la cultura e per la cultura c’è bisogno di ritrovare il coinvolgimento e di riconoscersi in esso e perché tutto ciò sia possibile occorrono azioni di grande qualità e di grande accessibilità; la mostra di Escher è efficace sintesi di entrambe e proprio per questo speriamo siano tanti coloro che accettino il nostro invito ad una immersione in un mondo che, attraverso le sue distorsioni, ci regalerà quella meraviglia necessaria per rimetterci in viaggio, insieme”. Cosi ha scritto Luca Bizzarri, presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura.

Curata da Mark Veldhuysen e Federico Giudiceandrea, grandissimi esperti dell’opera escheriana, la mostra, vero e proprio excursus della sua intera e ampia produzione artistica, presenta oltre 200 opere comprensive dei suoi lavori più rappresentativi come Mano con sfera riflettente (1935),Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938) e la serie degli Emblemata. È suddivisa in 8 sezioni che permettono di conoscere e indagare il suo percorso artistico, dalle prime opere giovanili a quelle del periodo più maturo, seguendolo lungo una ricerca continua che gli ha permesso di approfondire e coniugare, in opere mirabili, l’arte con la matematica, la scienza con la natura, in un rimando di invenzioni fantasiose e paradossi “magici”.
All’interno di ciascuna sezione, giochi ed esperienze che permettono di entrare nel meraviglioso mondo di Escher da protagonisti, ossia misurandosi attivamente con i paradossi prospettici, geometrici e compositivi che il grande artista pone in essere nelle sue opere.

Prima sezione – Gli esordi

In questa sezione si ripercorrono i primi passi dell’esperienza artistica del giovane Escher che, pur deludendo le aspettative del padre, che lo avrebbe voluto ingegnere come lui, dimostra subito una spiccata capacità disegnativa. Apprezzata da Jessurun de Mesquita, incisore di cultura Art Nouveau, l’abilità di Escher si va sempre più affinando, imparando rapidamente non solo la tecnica ma anche la dedizione al lavoro. È qui che si avvicina al tema della tassellazione, intesa come metodo della divisione regolare del piano con intenti decorativi. È in questo primo periodo olandese che nascono anche le illustrazioni per Flor de Pasqua (Fiore di Pasqua) e per Emblemata. È presente inoltre la serie completa delle sei xilografie de I Giorni della creazione, realizzate tra il dicembre 1925 e il marzo 1926, che rappresentano i sei giorni della Creazione, come sono descritti nella Bibbia. La presenza di questa serie contribuisce ad impreziosire la prima sezione dal momento che è molto raro poterla ammirare nella sua completezza.

Seconda sezione – L’Italia
La formazione di Escher non sarebbe stata completa se non ci fosse stato il soggiorno in Italia che completò la personalità dell’artista e gli offrì le prime opportunità di lavoro, come la prima personale a Siena nel 1923 e la realizzazione degli Emblemata (tutti esposti in mostra) che costituivano un libretto di motti illustrati, concepito insieme al grande storico dell’arte olandese Godefridus Johannes Hoogewerff, suo amico ed estimatore. Qui si pone l’accento sugli stimoli che il paesaggio italiano, la natura e la storia del Belpaese, ebbero sulla fervida mente dell’artista, mostrando scene degli Abruzzi, della Campania, della Calabria e della Sicilia. Non mancano le vedute della città che aveva scelto come sua residenza, Roma, ritratta sia di giorno sia di notte.

Terza sezione – Tassellazione

È in questo segmento della mostra che si affronta il tema della tassellazione che rivela subito le sue radici Art Nouveau. Nella sua foga didattica Escher, che teneva conferenze e dimostrazioni per spiegare in cosa consistesse la divisione regolare del piano, realizzò un vero e proprio libretto uscito nel 1957. La sezione include un filmato dedicato all’Alhambra, il monumento di Granada che Escher visitò e in cui si trattenne a ricopiare i disegni, da cui trasse ispirazione per le sue tassellazioni.

Quarta sezione – Metamorfosi

Un altro importante aspetto affrontato da Escher è la riflessione sul mondo: la trasformazione di una forma in un’altra che trova la sua massima espressione nel celebre capolavoro intitolato Metamorfosi II (1939). La grande xilografia affronta così il tema della trasmutazione di un’immagine che, senza soluzione di continuità, lascia il posto a un’altra che deriva dalla prima, in un percorso circolare. Si parte, infatti, dalla parola olandese «metamorphose» e a questa si torna dopo aver attraversato le situazioni più inimmaginabili che vanno dalle lucertole all’alveare, dagli uccelli al duomo di Atrani.

Quinta sezione – Struttura dello spazio

Quel che affascinava Escher era sondare la “Struttura dello spazio” ed è per questo che a un simile tema è dedicata un’intera sezione, dove gli approcci si declinano secondo le diverse problematiche: la prima riguarda le “superfici riflettenti” (a cominciare da quella curva e specchiante di Mano con sfera riflettente); si passa poi alla struttura dello spazio vera e propria, ben esemplificata dall’incisione Profondità (che troviamo in mostra trasformata in un ambiente
reale e percorribile in una prospettiva reiterata); completano il percorso i temi dei nastri e dei solidi geometrici.

Sesta sezione – Paradossi geometrici

La sezione affronta il tema del passaggio dalle due alle tre dimensioni. Il paradosso e, soprattutto, la sfida è riuscire ad arrivare a ottenere l’effetto illusivo senza debordare dal limite del foglio,
ovvero suggerire l’effetto realistico di questa trasformazione, disegnando e incidendo qualcosa che inganni l’occhio, come le incontenibili Tre sfere. Sono queste le premesse indispensabili per accedere al paradosso dello spazio di Escher, quello di Altro mondo, di Su e giù e di Relatività, fino all’estenuante reiterazione dell’immagine ricorrente ottenuta grazie al cosiddetto effetto Droste utilizzato, per esempio, in un’incisione come Galleria di stampe.

In questa sezione insieme a opere famose come Cascata e Belvedere ispirate alla tribarra – il triangolo impossibile teorizzato del matematico e fisico Sir Roger Penrose – sono esposte alcune stampe della serie delle Carceri di Giovanni Battista Piranesi (1720-1778), incisore, architetto e teorico dell’architettura italiano, che già in precedenza aveva usato il principio della tribarra, per rappresentare un’architettura drammaticamente irreale. Le sue tavole incise, che Escher aveva conosciuto durante il suo soggiorno romano, ebbero una profonda influenza sulla produzione del maestro olandese, le cui costruzioni impossibili presentano un evidente debito sia alla costruzione di Penrose che alle “Carceri” di Piranesi.

Settima sezione – Lavori su commissione

Come tutti gli artisti, però, la produzione di Escher non passa solo da grandi opere: la quotidianità richiedeva all’artista anche la necessità di trovare occasioni di guadagno, pur non avendone un particolare bisogno, grazie alla sua condizione agiata. La sezione è quindi dedicata ai “Lavori su commissione” che vanno dagli ex libris (foglietti che si usava inserire nei libri appartenenti a una stessa biblioteca privata), fino ai biglietti d’auguri, alle illustrazioni o ad altre commissioni occasionali. Il fatto straordinario è che la qualità di questa produzione non diminuisce affatto rispetto a quella delle grandi opere: questi impegni “minori” sono spesso occasioni per sperimentare soluzioni che saranno poi utilizzate nelle “grandi opere”.

Ottava sezione – Eschermania

La grandezza di un artista si misura anche dalla capacità d’influire su altri artisti, come pure sulla società circostante. Per questo la mostra si conclude con la sezione intitolata col neologismo “Eschermania”. La lezione di Escher, infatti, ha dimostrato che questi due parametri sono stati pienamente soddisfatti. La sua arte è uscita dal torchio del suo studio per trasformarsi in scatole da regalo, in francobolli, in biglietti d’auguri; è entrata nel mondo dei fumetti e in quello della moda, è finita sulle copertine degli LP dei grandi della musica pop, fino ad arrivare al mondo della pubblicità e del cinema. Ma ciò non basta: la grande arte di Escher ha influito più o meno direttamente su altre figure di rilievo dell’arte del Novecento – come Victor Vasarely, il principale esponente dell’Optical Art – o su una lunga schiera di seguaci che ancora oggi guarda alla sua produzione come a quella del loro maestro.

Escher, Palazzo Ducale, Genova
sino al 20 febbraio 2022
www.mostraescher.it
Orario apertura
Lunedì dalle 14.00 alle 19.00
Martedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica dalle 10.00 -19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)
Venerdì 10.00 – 21.00 (ultimo ingresso ore 20.00)

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