Mostre. A Viterbo “Michelangelo e la Cappella Sistina. I disegni della fondazione Casa Buonarroti in dialogo con Sebastiano del Piombo”

VITERBO – Sebastiano del Piombo è uno dei più importanti artisti del Rinascimento, la collaborazione sua con Michelangelo si può datare tra il 1512 e il 1516.

Proprio in quegli anni Del Piombo realizzò la Pietà, capolavoro che con la Flagellazione di Cristo (entrambe di proprietà della città di Viterbo) e con una selezionata raccolta di disegni provenienti dalla Fondazione Casa Buonarroti, sono una delle più interessanti esposizioni del nostro attuale panorama. La mostra consente di ripercorrere il complesso processo creativo di Michelangelo, chiamato a realizzare la decorazione della Cappella Sistina in due diversi momenti: fra il 1508 e il 1512, il periodo della titanica impresa di decorare la volta e, venti anni dopo, quando la completò definitivamente realizzando il celeberrimo Giudizio finale sulla parete dell’altare fra il 1535 e il 1541. 

La mostra, nata dalla visione di Vittorio Sgarbi assessore alla bellezza di Viterbo, è stata presentata al Senato della Repubblica, con il saluto del Vicepresidente Maurizio Gasparri, da Vittorio Sgarbi; Chiara Fortini, sindaco di Viterbo; Pietro Folena, Presidente dell’associazione Metamorfosi. Dal 30 ottobre 2022 al 15 gennaio 2023 si può ammirare nella città dei Papi, al museo dei Portici, nell’antico Palazzo dei Priori.  L’esposizione, prima nel suo genere, è a cura di Cristina Acidini e Alessandro Cecchi, rispettivamente Presidente e Direttore della Fondazione Casa Buonarroti di Firenze, prodotta e organizzata dal Comune di Viterbo e da Associazione MetaMorfosi in collaborazione con la Fondazione Casa Buonarroti di Firenze.

Il sindaco Chiara Fortini ha sottolineato come l’evento metta Viterbo al centro delle dinamiche culturali del paese, cosa che permette alla città di uscire dalla condizione di provincia e avviarsi verso lo sviluppo incrementando la presenza turistica nel capoluogo. 

Pietro Folena, Presidente di Metamorfosi, ha definito il lavoro come uno dei più significativi realizzati da Metamorfosi negli ultimi quindici anni frutto, oltre che di valorizzazione dei contenuti, di nuove scoperte. Folena ha messo in risalto come Viterbo non sia la riproposizione di alcuna mostra e come essa abbia senso sia per il pubblico, che per gli esperti del settore. In particolare Folena ha evidenziato come “lo spostamento nei territori, erroneamente chiamati la provincia, è una scelta di Metamorfosi. Nel mondo globale non esiste più il centro e la periferia. Faremo il massimo per attirare visitatori, che del resto si possono spostare facilmente anche dalla capitale” – aggiungendo –   “ la mostra realizza un antico sogno che MetaMorfosi, insieme alla compianta Pina Ragionieri, allora Presidente di Casa Buonarroti, aveva coltivato: riunire in un’operazione di grandissimo interesse per gli studiosi, gli appassionati e per il grande pubblico, due geni assoluti dell’arte italiana legati da un particolarissimo legame di amicizia, di stima e di collaborazione che a Viterbo trova la sua consacrazione”. 

Vittorio Sgarbi ha messo in risalto la positività dell’aggettivo “conservatore”, come di colui che ha la funzione di custodire e mantenere inalterato nel tempo un patrimonio, che soprattutto in campo artistico, è vita: “La conservazione è la natura stessa che i beni culturali chiedono”, ha detto, aggiungendo che “i più bei quadri del ‘500 sono a Viterbo”.  Ed entrando nello specifico della mostra Vittorio Sgarbi ha spiegato ai presenti: “Non era mai accaduto che i due capolavori di Sebastiano del Piombo, conservati a Viterbo ed ora accolti in un nuovo allestimento nel Palazzo dei Priori, fossero messi a confronto con i disegni di Michelangelo di Casa Buonarroti, relativi alle due fasi della Cappella Sistina. L’accostamento è tanto più utile perché sul retro di una delle due tavole, la Pietà, si vedono alcuni disegni che è assai difficile attribuire all’uno o all’altro pittore, in quanto, come intuì il Vasari, essi esprimono un’unica visione ed un unico sentimento. Vasari non ama Sebastiano del Piombo, e lo riduce a un esecutore che si limitò a finire ‘con molta diligenza’ una invenzione del maestro. Io credo il contrario – ha affermato Vittorio Sgarbi – la forza del dipinto è nella sua Stimmung, nell’atmosfera notturna che è del pittore, dello scenografo. Ma, se non tutto il disegno, l’idea potente della Pietà risale alla plastica michelangiolesca. È un nesso evidente. E, ancora, l’energico Studio per l’Adamo della ‘Cacciata dal Paradiso’ e la Flagellazione di Viterbo indicano una identità di concezione, quella che, proprio nel disegno, unisce i due pittori”. 

L’inaugurazione della mostra si terrà domenica 30 ottobre, alle ore 15.00, a Viterbo. Interverranno Chiara Frontini (sindaco di Viterbo), Vittorio Sgarbi (assessore alla Bellezza della Città di Viterbo), Pietro Folena, Cristina Acidini e Alessandro Cecchi. 

L’esposizione è accompagnata da un catalogo pubblicato da Gangemi. 

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