Teatro della Cometa. Lavori in corso di Claudio Fava e Ninni Bruschetta

ROMA – Uno spettacolo sul ponte sullo stretto di Messina. Sì, ma non solo. E’ molto di più, questo Lavori in corso di Claudio Fava. È uno spettacolo corale sulla Sicilia, una Sicilia che sa prendersi in giro ma non è disposta a voltare la testa di fronte alle piaghe che la solcano.

Ninni Bruschetta, per raccontare questa storia, sceglie interpreti della sua terra. Si alternano così sulla scena gli attori Maurizio Marchetti, Sergio Friscia e Antonio Alveario. Il supporto musicale, costante nella pièce, è affidato al messinese Tony Canto e a Faisal Taher, storica voce dei siciliani Kunsertu. Dopo i teatri siciliani, friulani e sardi, lo spettacolo arriva al Teatro della Cometa, dove andrà in scena fino al 27 maggio.
Poco più di un’ora per raccontare la sottile connivenza tra politica e malaffare, tra diffidenza dei cittadini e speculazione dei potenti. Un intreccio che inquadra quel ponte – finalmente – non tanto come una connessione materiale tra territori, quanto come un’idea mentale di mantenimento di un certo status. Che si costruisca o meno, poco importa: conta l’idea, la stessa che ha stanziato finanziamenti pubblici dal 1981, la stessa per cui sono state stese centinaia di migliaia di pagine di progetti, la stessa che continua a far parlare di un’opera monumentale che dovrebbe rendere grande l’Italia nel mondo, surclassando potenze come Stati Uniti, Inghilterra, Giappone.

L’illusione di quell’idea percorre l’intero tempo dello spettacolo. Non una trama continua, ma una serie di dialoghi tra personaggi che oscillano tra il dramma e la commedia. C’è il politico razzista, che condivide un viaggio in treno con un immigrato di cui non riesce nemmeno a pronunciare correttamente il nome. C’è un presentatore sopra le righe, che tuttavia pone domande incalzanti al ministro di turno, che si limita a sciorinare dati e numeri senza essere in grado di dare risposte esaustive. C’è l’operaio, che ha lasciato Palermo perché “lì di lavoro non ce n’è”, e benedice il cantiere appena aperto a Messina perché per lui – e tanti come lui – in fondo è fonte di sostentamento.

Intermezzi tra una scena e l’altra, i ricordi più amari di una Sicilia affidata alla cronaca. Una Sicilia in cui si profila una ferita che ha il tratto di un lungo binario unico, su cui passano quei treni dati in pasto a subappalti a dir poco controversi. La storia dell’incidente della stazione di Rometta del 20 luglio 2002, in cui morirono 8 persone e di cui i giornali e le televisioni parlarono solo lo stretto necessario a dare la notizia, fa da contraltare all’uccisione di Don Puglisi, collegando tristemente Messina a Palermo sotto un’unica parola, che il ministro però non nomina mai (“…Non cosa nostra…cosa loro! …Questa cosa.”).
Il ponte si farà, ma non cambierà nulla: dopo vent’anni i lavori saranno ancora in corso. Metafora di uno Stato che non ha interesse a cambiare, quel ponte continua a collegare il potere ufficiale a quello ufficioso, la speranza dei cittadini alla realtà della mancanza di lavoro, dei clientelismi e dei favoritismi con cui la gente del Sud è costretta a fare i conti da decenni.
“Bisogna essere all’altezza delle cose che si costruiscono”, dice un personaggio sulla scena. La domanda resta nell’aria, sospesa come un ponte mai costruito, e la risposta è volutamente lasciata al giudizio dello spettatore.

 

LAVORI IN CORSO
di Claudio Fava
con Maurizio Marchetti, Sergio Friscia
Antonio Alveario, Faisal Taher, Toni Canto
regia Ninni Bruschetta
Fino al 27 maggio

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