“I festival di cinema. Quando la cultura rende”, parla il Rettore della IULM

ROMA – E’ stato presentato alla Casa del Cinema di Roma il volume “I festival di cinema. Quando la cultura rende” (Johan&Levi editore) frutto di una ricerca progettata e finanziata dalla Libera Università Iulm di Milano insieme all’Associazione dei festival cinematografici italiani (Afic) e coordinata da Mario Abis e Gianni Canova.

Lo studio sviluppa un modello che mette in luce la capacità dei festival di fungere da stimolo all’economia del territorio attivando processi virtuosi di incremento della domanda di beni e servizi nelle aree interessate alla manifestazione, impulso che si traduce in un ritorno sull’investimento in grado di attrarre anche finanziatori privati.

Il volume raccoglie i risultati di un’indagine sul campo durata un anno e che ha coinvolto 11 festival cinematografici del nostro Paese – spiega Giorgio Gosetti presidente di Afic – dai più grandi ai più piccoli: Arcipelago (Roma), Courmayeur Noir, Far East (Udine), Future Film Festival (Bologna), Festival del cinema europeo (Lecce), Ischia Film Festival, Pesaro Film Festival, RIFF (Roma), Trieste-Maremetraggio, Umbria Film Festival (Montone) e Taormina Film Fest.

“Questa ricerca ci dice che i Festival non sono ‘vuoti a perdere’ e che generano sull’economia ‘reale’ effetti benefici e positivi e che il denaro investito per farli vivere non è denaro buttato – scrive nel volume Gianni Canova – I risultati di questa rilevazione smentiscono, insomma, la convinzione di quei politici, di quegli amministratori e di quei potenziali investitori che continuano a ritenere che cultura e spettacolo siano la ‘cenerentola’ della nostra economia’.

La ricerca evidenzia – sottolinea Mario Abis – che 1 euro investito in un piccolo o medio festival restituisce un coefficiente di redditività e di resa pari a 2,5 euro con evidenti ricadute positive sul territorio interessato ed è questa una cifra prudente perché l’indotto arriva a sfiorare anche i 3 euro. 
Altrettanto significativa è l’analisi del pubblico festivaliero: fortemente fidelizzato, competente e motivato ma in costante trasformazione con un ricambio annuo di circa il 20%.  Di seguito l’interessante introduzione di Giovanni Pugliesi, rettore dell’Università IULM

“.

Il valore della cultura

I festival del cinema rappresentano da molti anni a questa parte una rete di eventi dal peso culturale, economico e turistico assolutamente non trascurabile. Essi si sono proposti di volta in volta come luoghi della conoscenza e della scoperta, poi della valorizzazione e della visione, infine come autentico circuito alternativo dell’eccellenza artistica. In parallelo, i festival sono diventati anche passerelle mediatiche che offrono “valore aggiunto” al cinema e all’industria audiovisiva; svolgono quindi un ruolo cruciale nella filiera che collega creazione e diffusione e proprio per questo sono attesi a un profondo ripensamento nell’era della rete e della comunicazione che abbandona i media tradizionali. Senza i festival una buona parte del miglior cinema non esisterebbe, ma con i metodi tradizionali questo indispensabile “polmone” promozionale rischia di apparire rapidamente obsoleto, proprio mentre e in corso un suo vitale rinnovamento capace (almeno a priori) di attrarre nuove risorse e di motivare un investimento privato sempre piu necessariamente selettivo.

Eppure il sistema festival – di per se piu attrattivo di altre forme della diffusione del prodotto cinematografico come le rassegne, i cineforum o i premi – e una sorta di “buco nero”: poco sappiamo di quanto costano e quanto rendono queste imprese culturali e mediatiche e ancor meno sappiamo del loro effettivo impatto sul territorio e sul mercato; ricorriamo a dati opinabili sul pubblico e al reale potere di coinvolgimento della proposta di ciascuna manifestazione; difettiamo di indicatori affidabili in merito all’eccellenza, alla specificita e alla collocazione nazionale o internazionale delle singole iniziative. Questa ricerca – progettata e finanziata dalla Libera Universita iulm di Milano – cerca di colmare tali lacune sottoponendo i festival a una rilevazione il piu possibile oggettiva, realizzata coinvolgendo nel lavoro sul campo sia giovani ricercatori sia studenti all’ultimo anno della laurea magistrale in Televisione, cinema e new media della iulm. I risultati mi sembrano di sicuro interesse. Li offriamo pertanto agli operatori del settore, ai ricercatori, agli amministratori e ai possibili investitori nella convinzione che sia sempre piu compito dell’universita impegnarsi in progetti di ricerca innovativi che possano contribuire alla crescita e allo sviluppo del paese. All’Universita e affidato per ruolo istituzionale il compito di qualificare la didattica attraverso la ricerca: tale compito acquisisce ancora piu valore se guarda fuori dal proprio uscio e si rivolge al sistema-paese. E questa e la vocazione della nostra Universita.

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