Capalbio Short Film Festival. Ospite Dario Argento, il re dell’horror

MILANO – Dario Argento è un regista che ha saputo scavare nell’anima più nera dell’essere umano e suscitato con i suoi film intense emozioni di paura. Re dell’horror e maestro del brivido, è stato l’ospite “pirata” al Capalbio Cinema International Short Film Festival ( 28-31 dicembre) diretto da Tommaso Mottola, protagonista di un incontro curato dai critici Enrico Ghezzi e Bruno Roberti.

Il noto cineasta ci ha portato con cordialità e generosità nella sua filmografia argentiana, nel suo mondo dell’horror, un genere che in Italia s’identifica con lui, “ cineasta libero, sperimentale che continua a reinventarsi” come lui ama definirsi. “Sono un infedele” ha precisato Argento” che in ogni nuovo film devo trovare qualche cosa che mi ecciti”. A Capalbio ha portato “ Gli incubi di Dario” nove mini horror da lui scritti, che nel 1987 furono mandati in onda dalla RAI nella trasmissione Giallo condotta da Enzo Tortora. Corti di due tre minuti che raccontavano incubi terrorizzanti. Dalla Finestra sul cortile, alla Strega, da Riti Notturni al famigerato Nostalgia Punk che procurò al regista il richiamo dell’allora direttivo RAI. Il corto aveva scandalizzato il pubblico. Racconta la breve storia di una giovane che caccia una chiromante, che per vendetta le darà un liquido “torcibudella”.

 E’ sempre stato un intento del regista portare il cinema in televisione e fare della televisione come se si facesse cinema. Il maestro del brivido, all’arrembaggio anche nell’avventura del 3 D con il film da lui firmato, Dracula (2008) ci ha raccontato a Capalbio quando ha pensato per la prima volta di fare un film tridimensionale “ ero a un convegno di Cinema negli Stati Uniti, c’era un film di Alfred Hitchcock,Delitto Perfetto fatto in 3D, ma mai distribuito, ne esistono infatti pochissime copie e sono stato uno dei pochi a vederlo con gli occhialini rossi e azzurri e mi sono trovato davanti un vero capolavoro”.Il film prosegue Dario Argento “ è ambientato in una stanza, ho in mente la scena di Grace Kelly che si rivolge al pubblico con le forbici, davvero memorabile, i n quel momento ho pensato che mi sarei cimentato in una nuova avventura e pensavo che Dracula in 3D era il miglior modo per rappresentarlo”.

“ Entrare in un ologramma è un’esperienza bellissima, mi vengono ad es. in mente scene di una foresta, i rami, le foglie, si può esprimere al massimo il paesaggio  con gli effetti tridimensionali, ma sono però convinto che i film che ho realizzato in 2D,non li vorrei vedere trasformati in 3D”. “ Nel corso della mia carriera ho realizzato molte tecniche” ha affermato il regista” ho sperimentato molto, per me la tecnologia è poesia ed è il cuore del mio lavoro, con la musica e i colori, la ragione per la quale faccio del Cinema”. “ Voglio sempre fare cose diverse” ha aggiunto il regista e in questo modo portare avanti il Cinema”.  Questo suo modus operandi, non è stato spesso capito dal pubblico che lo voleva fedele ogni volta ai suoi capolavori, l’Uccello dalle piume di cristallo (1969) Il Gatto a nove code (1971) Profondo Rosso (1975, )Suspiria( 1977),  Tenebre ( 1982), Phenomena ( 1985) Opera( 1987), per citarne i più famosi. Ma lui è un regista che è sempre andato controcorrente, che ha sempre agitato le acque del cinema italiano, che ha voluto continuare a creare e inventare. E vuole continuare la sua strada alla ricerca di nuove tecniche e strumenti di ripresa all’avanguardia sempre con il suo personalissimo stile, miscelato di horror e thriller, con musiche allucinanti, scene raccapriccianti  e pronto a nuove sfide e  “perversioni artistiche”aprendo la porta alla fantasia.

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