Oscar 2013. “Les Misérables”: un incanto in musica. Recensione.Trailer

Chi decidesse di non andare al cinema perché mal sopporta l’accostamento Victor Hugo/musical si sbaglierebbe di grosso.

Les Misérables è uno spettacolo eccezionale, assolutamente non banalizzato dal linguaggio musicale che usa, bensì esaltato tanto dal cast artistico quanto dal cast tecnico che l’hanno realizzato. La scelta del regista Tom Hooper, già premio Oscar per Il discorso del re, di far cantare tutti dal vivo s’è rivelata il vero colpo di genio. Il canto live conferisce al copione una naturalezza e una forza uniche, e un rinnovato senso di verità al romanzo di Hugo. Tornano alla mente le parole della protagonista di Tutti dicono I love You di Woody Allen. Nelle battute conclusive del film, dopo aver raccontato le contorte faccende amorose della sua famiglia, dice: “Qualcuno dovrebbe farci un film… meglio farci un musical, sennò nessuno ci crede!”. 

Tratto dal più clamoroso successo che un musical abbia mai registrato a teatro – oltre 60 milioni di spettatori in giro per il mondo – , Les Misèrables è semplicemente un incanto. Di luci, costumi e scenografia, come si addice alle migliori recite musicali, ma soprattutto di performance attoriali. Hooper le incornicia negli innumerevoli primi piani, per ribadire la derivazione teatrale dell’opera che, priva dei numeri coreografici tipici della tradizione musicale hollywoodiana, permette al regista di accorciare le distanze tra spettatori e attori. Su tutti il piano sequenza di Anne Hathaway nel ruolo di Fantine che canta “I dreamed a dream” dopo l’arrivo nel quartiere a luci rosse dove venderà un medaglione, i suoi capelli e i suoi denti per comprare le medicine per sua figlia Cosette. La pioggia di otto nomination ai prossimi premi Oscar ha benedetto oltre all’interpretazione della Hathaway anche il protagonista Hugh Jackman, presente in scena dalla prima all’ultima inquadratura e che tiene in mano le redini del racconto. Dallo scontro con Javert (Russell Crowe) – anche canoro: baritono contro tenore – alla salvezza di Cosette, dall’incontro con i rivoluzionari alla morte in convento. Tanto Hathaway quanto Jackman hanno sopportato trasformazioni fisiche per ospitare meglio il personaggio che avrebbero interpretato: meno undici chili in cinque settimane per la star americana, niente acqua nelle 36 ore precedenti la scena della prigionia e lunghe ore in palestra per l’attore australiano.

Nei primi minuti del film Valjean è vessato da Javert ed è costretto a sollevare da solo un grosso albero di una nave. Basta questa immagine cristologica a richiamare la spiritualità che permea tutta la storia de Les Misérables. E non mancano altri richiami alla simbologia cristiana, su tutti i crocifissi appesi al muro in profondità di campo. Valjean è un redento, sbalordito dal perdono del cardinale Myriel di Digne che lo scagiona dal furto della sua argenteria e che lo costringerà a cambiare vita. È la giustizia il tema centrale dell’opera: Valjean la perseguirà come nuovo ideale; Javert, occhiuto difensore della legge, vorrà realizzarla acciuffando Valjean, mentre i rivoluzionari Enjolras e Marius e il monello Gavroche cercheranno di concretizzarla in terra con una rivoluzione che uscirà sconfitta. Giustizia divina, giustizia civile e giustizia sociale, dunque. I temi universali che tratta Hugo, come l’amore e la speranza, risaltano nel numero musicale corale “One day more” che vede coinvolti tutti i personaggi principali. Nei Miserabili, infatti, si parla di destini incrociati e di quelle scelte personali che hanno ricadute inevitabili sulla vita degli altri.   

Les Misèrables 

Tratto dal musical originale di Alain Boublil e Claude-Michel Schönberg 

Musiche di Claude-Michel Schönberg 

Testi di Herbert Kretzmer 

Scritto da William Nicholson, Alain Boublil Claude-Michel Schönberg e Herbert Kretzmer 

Regia di Tom Hooper 

Con Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Helena Bonham Carter, Sacha Baron Cohen e Eddie Redmayne

 

I Miserabili – trailer ufficiale

 

 

 

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