Alabama Monroe, una tragica storia d’amore

Splendido ritratto di una coppia di musicisti country del registra belga Felix Van Groeningen

MILANO – “Alabama Monroe”,  del giovane regista belga Felix Van Groeningen, che ha fatto incetta di premi (Caesars, Tribeca, Berlino e nomination all’Oscar), è un film che non lascia indifferente lo spettatore per la drammaticità e il realismo della storia. Il cinema belga, famoso e apprezzato anche per i fratelli Dardenne, possiede la caratteristica di narrare con schiettezza e profondità emotiva le vicende umane e sociali del piccolo stato europeo.

Nel film, che in Italia ha come sottotitolo “Una storia d’amore”, i protagonisti sono due persone completamente diverse: l’uomo è un musicista che adora l’America (“La terra delle infinite opportunità”) e suona il bluegrass, ovvero il country puro della tradizione folk statunitense. Lei, lavora in un negozio di tatuaggi, che sfoggia ed esibisce con assoluta disinvoltura. Il suo motto è “C’è sempre qualcosa nella vita che vale la pena mettere sul proprio corpo”. Quando si conoscono Didier trasmette subito ad Elise l’amore per il country. Ed è proprio questa comune passione per la musica ad esaltare l’unione di Elise e Didier: insieme si esibiscono in irresistibili serate musicali dove ogni interpretazione trasuda amore, complicità e passione.

A coronare questo cerchio perfetto di felicità è l’arrivo di Maybelle, di cui la donna non sapeva di essere incinta se non già al terzo mese, giustificandosi col suo ciclo mestruale irregolare. L’uomo inizialmente sembra rifiutare l’idea di diventare padre, poi però restaura una casa di fronte la roulotte in cui la coppia aveva vissuto fino a quel momento. L’efficace scelta di un montaggio non cronologico della vicenda, acuisce il senso di precarietà della coppia, anche nei momenti in cui sembra felice. Il destino vuole infatti che una serie inesorabili di tragedie colpiscano i due che saranno travolti dai terribili eventi.

“Alabama Monroe” è dunque la storia di due esseri umani che maneggiano sentimenti forti e vivono fino all’estremo le proprie passioni, siano esse musicali, artistiche o sentimentali. Il regista però ha l’accortezza di rappresentare con piglio originale il plot in modo da inframmezzare il dolore del presente con il ricordo dolcissimo e straziante del passato, attraverso continui passaggi avanti e indietro nel tempo, fino alle ultime scene che invece procedono con la linearità inesorabile di una conclusione annunciata. Dunque vediamo Elise e Didier nei vari momenti della loro storia cogliendo l’intensità e l’immediatezza del loro rapporto tanto nella gioia quanto nel dolore. E riusciamo a gestire l’andamento melodrammatico grazie alle boccate d’ossigeno fornite dai momenti sereni ripercorsi dalla storia.

Il crudo realismo pervade tutto il film, dalle scene di sesso molto intense ed esplicite alle fasi della malattia che colpisce la piccola Maybelle. Eccellenti gli attori Johan Heldenbergh, Veerle Baetens e la strepitosa Nell Cattrysse nel ruolo della piccola Maybelle.

“Alabama Monroe”, candidato all’Oscar come miglior film straniero è stato sconfitto da “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino.

Condividi sui social

Articoli correlati