Fantafestival 2014. Intervista a James Moran: “Prima del Doctor Who, il panico davanti al foglio bianco”

ROMA (nostro inviato) – Nel pomeriggio Roma ha accolto lo sceneggiatore James Moran con un cielo surreale, rosa e indaco, degna cornice per colui che ha traghettato nel ventunesimo secolo la celebre serie televisiva “Doctor Who”. Colpi messi a segno dal  FantaFestival la presenza di  un grande attore, Franco Nero, protagonista di “Nymph”, e la partecipazione di un grande Moran con il suo umorismo inglese.

L’incontro, organizzato da ProiezioniMentali, ha coinvolto il pubblico in sala, non solo giornalisti ma anche ammiratori e appassionati che si sono succeduti nelle domande. Ecco come James Moran si è raccontato.

D. Lavorare per la tv è una scelta oppure lavori anche per il cinema come sceneggiatore?

R. Mi occupo di entrambi. Al momento oltre che lavorare per la TV sto ultimando due film horror per il grande schermo, ma non posso dirvi di più.

D. Ha visto il film “Pompei”? Cosa ne pensa?

R. No, non l’ho visto ma l’approccio, rispetto al mio episodio di Doctor Who, “Il fuoco di Pompei” è diverso. Il film uscito nelle sale è un action movie e non capisco come si possa realizzare un simile prodotto partendo da un tragedia.

D. La serie tv Doctor Who nasce come serie educativa e didattica, oggi si è evoluta, come si è approcciato dal punto di vista della sceneggiatura?

R. Se da piccolo avessi capito che si trattava di un format educativo avrei spento la televisione. A parte le battute, posso dire che quando la serie è ripresa nel 2005 c’era un nuovo stile di scrittura, lontano dal precedente.

D. Ci può parlare della sua tecnica di scrittura?

R. Di solito mi prendono attacchi di panico, poi mi ubriaco e quando ritorno in me inizio a scrivere. (ride) Seriamente, quando ho l’idea, la elaboro, la sviluppo in ogni direzione per circa una settimana. Alla fine c’è una scrematura volta a tenere solo le parti che collimano e butto tutto il resto. In quel momento inizia la scrittura.

D.  Come reagisce lo sceneggiatore che sa di dover lavorare su idee che vengono da altri?

R. Fa parte del gioco delle serie tv. Per esempio, per l’episodio di Pompei nel mese di maggio mi dissero che nella sceneggiatura doveva esserci Pompei e mostri di fuoco e che l’episodio l’avrebbero girato a settembre.

D. Si ricorda la prima sceneggiatura?

R. Certamente, era un lunedì, vedevo quel foglio bianco davanti a me e pensavo che dalle mie parole sarebbe uscito un episodio della serie televisiva vista da decine di milioni di telespettatori. Ricordo il panico.

D. Perché il “dottore” (Doctor Who) non compare mai negli episodi di Torchwood?

R. Perché le due serie hanno un target diverso. Doctor Who è per bambini e infatti va in onda in una fascia pomeridiana, mentre Torchwood è per adulti e posso prendermi maggiori licenze sui personaggi e sulla storia, infatti l’atmosfera è tenebrosa.

D. Quando devi scrivere vai mai su internet per capire cosa vuole la gente?

R. Una volta lo facevo, frequentavo siti e forum dedicati alle serie Tv, ma da quando ho ricevuto minacce personali non vado più.

D. Quando inizi a scrivere un episodio di Doctor Who, la produzione ti dice tutto quello che devi sapere fornendoti un compendio?

R. Tutto quello che devo sapere è nella mia testa. Vedo Doctor Who da quando avevo tre anni. E comunque se facessi un errore verrei corretto.

D. Inserisci episodi personali nella serie?

D. Inserisco spesso delle citazioni. Nell’episodio “Le fiamme di Pompei” ho citato “City of Death” mentre in Torchwood si possono trovare omaggi a Stanley Kubrick.

D. Qual è il nemico d Doctor Who che ti piace di più?

R. In realtà mi piacciono tutti perché sono sempre così arrabbiati e pronti ad uccidere il Dottore. Quelli più spaventosi sono i Cybermen mentre quello che è maggiormente impresso nella mia memoria è il Maestro. Quando da piccolo guardavo gli episodi e lui entrava in scena sapevo che sarebbe potuta essere l’ultima volta per il Dottore.

D. Il Dottore sarà mai una donna?

R. Certamente. Speravo fosse possibile già nell’ultima serie, lo sarà di sicuro prossimamente.

In serata i Fantacorti italiani e due proiezioni da segnalare, il lungometraggio a episodi 17 minuti a mezzanotte e “Surrounded” di Laura Girolami e Federico Patrizi.

Mercoledì 15 giornata dedicata al cinema italiano con due interessanti lungometraggi Psychomentary di Luana Galano e Taglio netto di Federico Rizzo. Quest’ultimo ha registrato numerosi consensi a livello internazionale. Si basa su una sceneggiatura che prendendo spunto da fatti di cronaca evolve in un racconto originale e di interessante matrice psicologica.

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