Primo piano sull’autore. Intervista a Giuseppe Tornatore

Il noto regista: “La cultura è decisiva per la sopravvivenza”

ASSISI (nostro inviato)   A primo Piano sull’autore Giuseppe Tornatore non ha avuto un attimo di respiro. A parte le proiezioni di tutti i suoi film al cinema Metastasio di Assisi, intensissima è stata la tre giorni  di studi comprendente l’ incontro con gli studenti dell’Università per Stranieri di Perugia, con il pubblico al cinema Zenith  di Perugia, con gli studenti delle scuole medie superiori del comprensorio assisano, fino al clou della manifestazione, vale a dire il convegno con lui e su di lui. “Se avessi immaginato cosa mi preparava Mariotti (il direttore artistico della rassegna n.d.r )  ci avrei pensato un attimo”, afferma il regista scherzosamente. Tornatore  ha la voce afona per il troppo raccontare, si scusa con il pubblico, ma continua con invidiabile energia e ci fa sopra una battuta: “Mia figlia, che avevo portato con me a un incontro, mi aveva consigliato ‘papà dai risposte più corte’…  purtroppo non le ho dato ascolto”. 

Di ammirevole sintesi è l’intervista esclusiva che Giuseppe Tornatore ha rilasciato a Dazebao, su problemi che tutti ci riguardano.

D. Il rapporto Censis sullo stato del paese dice che la maggior parte degli italiani ritiene che per avere successo serva una buona istruzione…

G. T. Mi sembra abbastanza ragionevole… anche se poi è accaduto molte volte che il successo sia stato acquisito da parte di persone che un’istruzione tradizionale non ce l’avevano. Comunque mi sembra giusta come considerazione.

D. Qual è secondo lei il ruolo degli artisti in questa società?

G. T.  Forse  il compito di riuscire a dare immagine ai pensieri, ai desideri, ai turbamenti di tutti… il riuscire a dare una visione e una visibilità alle cose… In qualche maniera la funzione di essere, attraverso una ricerca in se stessi, utili a tutti gli altri.

D. I momenti di approfondimento, come Primo Piano, durante il quale il pubblico e l’artista hanno un rapporto diretto, a lei in particolare cosa danno?

G.T. Questi momenti sono importanti e sono una gratificazione. Constatare che tante persone si mettano insieme, organizzino una iniziativa, facciano una pubblicazione, scrivano, analizzino il tuo lavoro, è già di per se un fatto che ti appaga, che ti riempie di gioia… in più la loro riflessione, il momento dello studio di ciò che tu hai fatto, in qualche maniera, ti consente di fare un bilancio, anche di fermarti un attimo, di pensare criticamente su ciò che hai realizzato, su quanto hai fatto, se hai fatto bene, se potevi fare meglio, se hai fatto sufficientemente tanto, o se quello che hai fatto è troppo poco…

D. Intellettuali, scienziati,  anche qualche politico tra i migliori, affermano che la cultura possa essere volano di crescita globale… lei lo crede?

G. T. Purtroppo noi siamo abituati in Italia a sentire più spesso alcuni politici dire che con la cultura non si mangia, io penso proprio il contrario. Credo che la cultura sia decisiva per la sopravvivenza di una comunità, specialmente nei momenti di grande crisi, quando è difficile andare avanti… Avere la capacità, conservare la capacità, di pensare, di continuare a riflettere sulle cose, trascendendole anche in alcuni casi, aiuta, rafforza lo spirito, rafforza la tempra, rafforza il carattere. E quindi ci rende più vigorosi ad affrontare e superare le crisi.

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