ROMA – Nella sala Trevi, uno scrigno nel cuore della capitale, l’associazione culturale Visioni e Illusioni – dopo «La ciociara» di Vittorio De Sica, «C’eravamo tanto amati» di Ettore Scola e «L’armata Brancaleone» di Mario Monicelli, ha proposto in versione restaurata «Il conformista» di Bernardo Bertolucci, girato nel 1970.
L’Associazione ha come obiettivo la divulgazione del grande cinema italiano del ‘900 ed ha avviato una serie importante di rapporti con Istituzioni ed Enti operanti nel settore della cultura, in particolare con il Ministero dei Beni Culturali, l’Università per Stranieri di Perugia, l’Università Roma Tre, la RAI, l’American Academy in Rome, il Teatro dell’Opera.
Presidente Onorario é uno dei padri del cinema italiano, il regista Giuliano Montaldo, che ha parlato del film, senza dimenticare un toccante saluto per la ragazza alla quale è legato da oltre mezzo secolo, Vera Pescarolo, sua assistente alla regia, in quel momento assente a causa di una influenza.
Hanno presentato la serata Alberto Castagna, Guido Barlozzetti noto giornalista Rai, Ettore Spagnuolo fondatore dell’associazione Visioni e Illusioni che ha esposto ai presenti il calendario fitto dei nuovi incontri. Tra i convenuti la vicepresidente Chiara Sabatini, il fotografo Marco Nardo; Giuseppe Lupoi, presidente del Circolo Tevere Remo dove, in modo conviviale, la manifestazione si è poi conclusa. E ancora il giornalista Roberto Tumbarello, il giudice a latere della Corte di Assise Paolo Colella, il musicista Gerardo Di Bella, il senatore Massimo Palombi, Giorgio Ginori organizzatore del festival dell’Isola Tiberina, Andrea Lorusso dirigente Rai, Larissa Staino presidente dell’accademia di danza, il chirurgo Giovanni Salvini e tanti altri. L’ associazione è animata nei fatti non solo da addetti ai lavori, ma da amanti del cinema e dell’arte, che fanno della divulgazione culturale il loro scopo.
Dopo la presentazione, la sala è sprofondata nel buio per lasciare gli spettatori alla “visione e l’illusione” de “Il conformista” , tratto dal romanzo di Alberto Moravia, ambientato nel 1938, protagonista la spia fascista e docente di filosofia Marcello Clerici, interpretato da Jean Louis Trintignant. Un’opera la cui conservazione diventa ogni giorno più preziosa, senza contare che all’epoca fu apprezzato per la “ qualità criticamente conscia e raffinata del suo linguaggio figurativo” attraverso cui Bernardo Bertolucci aveva “dimostrato chiaramente di aver raggiunto la pienezza delle proprie capacità espressive”.