Terminator Genisys. Rivisitazione da urlo. Recensione. Trailer

LOS ANGELES – Terminator è tornato! Più scintillante, duro, ironico che mai. Tutto quello che ti aspetti da un sequel di Terminator viene completamente disatteso per lasciar posto al più grande, spiazzante, inimmaginabile Teminator di sempre.

C’è tutto:  la Los Angeles del 1984 (anno di uscita del primo Terminator) con una replica in silicone del super muscoloso Schwarzenegger di quell’anno, provvisto di armatura in acciaio (la replica è stata realizzata da Jason Matthews della Legacy Effects la società iniziata da Stan Winston, pioniere degli effetti speciali il cui lavoro è apparso nella saga originale di Terminator) determinato a uccidere Sarah Connor e che viene fermato da… udite, udite, l’Arnold/Terminator di oggi. Ebbene sì, l’Arnold più maturo incontra sé stesso più giovane nel 1984 dando origine a un combattimento da far urlare di goduria qualsiasi fan di Terminator. 

C’è sempre il cyborg T-1000 vestito da poliziotto, cattivissimo e interpretato da Byung-hun Lee così calato nella parte da suscitare inquietudine persino alla troupe durante le riprese, c’è una Sarah Connor ragazzina (interpretata da Emilia Clarke, star de “Il Trono di Spade”) ma già consapevole e micidiale guerriera, c’è il sergente Kyle Reese (l’attore australiano Jai Courtney) inviato dal futuro indietro nel tempo, nel 1984, che invece di salvare viene salvato e John Connor, figlio di Sarah che nel futuro guida la resistenza. Come James Cameron ha insegnato, in Terminator tutto viene continuamente ribaltato e ogni volta la storia raccontata è sempre più reale di quanto visto in precedenza. Di questo, il team che ha costruito il progetto di “Terminator Genisys” (i produttori David Ellison e Dana Goldberg, gli sceneggiatori Laeta Kalogridis e Patrick Lussier, il regista Alan Taylor) è sempre stato consapevole. “Questo non è un sequel” è stato il Comandamento al quale tutti si sono attenuti. Secondo David Ellison, “‘Terminator Genisys’ non è un remake, non è un reboot, e non è un sequel: è davvero una rivisitazione del materiale originale di Cameron. Gli spettatori non devono necessariamente aver visto uno qualsiasi dei film precedenti, perché questo è in definitiva un film a sé stante. Ma detto ciò, per i fan dei primi due capitoli, ci saranno grandi sorprese.”

Ed è proprio così. Nessuna ripetizione, nulla di già visto, ciò che questa pellicola offre è una scarica di adrenalina, tensione, umorismo e sorprese senza precedenti. Ci sono due scene di azione che da sole valgono il prezzo del biglietto. Mai visto nulla del genere prima d’ora, non solo nei precedenti Terminator, ma nella cinematografia mondiale. Sbalorditive! E al centro di entrambe c’è lui, Arnold/Terminator più in forma che mai anche se non più giovanissimo perché i tessuti organici che ricoprono il cyborg sono soggetti a invecchiamento, così Arnold Schwarzenegger interpreta se stesso senza la necessità di ricorrere al trucco.

“Io proteggo Sarah Connor da tutto ciò che le ruota intorno, o che la minaccia” dice Schwarzenegger “Quindi per certi versi sono il Terminator, e per altri sono il Protettore. Quindi bisogna essere molto attenti a come districarsi tra i due ruoli nelle varie circostanze che si presentano. Credo che il fatto di aver avuto due figlie mi abbia aiutato.”

E come dice il cyborg/umano Terminator in una delle tante battute del film “Sono vecchio, non obsoleto.” Perché in “Terminator Genisys” si ride. Molte le battute di Terminator che dopo oltre trent’anni a contatto con gli esseri umani (Guardiano di Sarah Connor da quando lei aveva nove anni) ne ha assimilato la sottile ironia, tanto da chiedersi se non possa considerarsi un essere umano a tutti gli effetti.

Straordinaria la parte iniziale del film con la battaglia tra i robot e la resistenza, in una Los Angeles apocalittica, che ci mostra come e perché il primo Terminator è arrivato sulla Terra, e che svela il legame tra Kyle Reese (il sergente inviato indietro nel tempo per difendere Sarah Connor da Terminator) e John Connor, capo della resistenza e figlio di Sarah.  Tre i salti temporali del film, si apre nel 2029, la narrazione prosegue nel 1984 per poi terminare nel 2017 con il tentativo di evitare le sorti del Giorno del Giudizio. 

Ciò che contraddistingue questo film dalle altre pellicole di azione è la straordinaria profondità dei personaggi e la storia di amore che lega Sarah Connor a Terminator che viene chiamato “papà”. Se poi ci mettiamo anche la presenza, nella veste di attori comprimari, di premi Oscar come J.K. Simmons, capiamo lo spessore emotivo che produttori/sceneggiatori e regista hanno voluto dare ai personaggi. Tra questi il personaggio chiave della storia è John Connor (interpretato dall’ottimo Jason Clarke) che, dopo aver sferrato l’attacco ai robot ne 2029, decide di tornare indietro nel tempo. Gli sceneggiatori sono stati in grado di sviluppare un intreccio geniale sfruttando i viaggi nel tempo e le sovrapposizioni dei personaggi dei primi Terminator con i corrispondenti di oggi, più giovani come Sarah Connor e più maturi come Terminator. Il film sfrutta magistralmente la tecnologia informatica presente nel nostro quotidiano mostrandone i potenziali e pericolosi sviluppi, anche questo si ricollega in modo circolare al primo Terminator, fornendo una spiegazione di quanto si trovava alla base di quella prima originale e straordinaria pellicola.

DATA USCITA:  9 luglio

DISTRIBUZIONE: Universal Pictures International Italy

GENERE: azione, fantascienza, thriller, drammatico 

ANNO: 2015

REGIA: Alan Taylor

SCENEGGIATURA: Laeta Kalogridis e Patrick Lussier

ATTORIArnold Schwarzenegger, Jason Clarke, Emilia Clarke, Jai Courtney, J.K. Simmons, Matthew Smith, Byung-hun Lee

FOTOGRAFIA: Kramer Morgenthau ASC

MONTAGGIO: Roger Barton

MUSICHE: Lorne Balfe

SCENOGRAFIA: Neil Spisak

COSTUMI: Susan Matheson

PRODUZIONE: Paramount Pictures e Skydance Productions 

Terminator genisys – Trailer

 

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