The hateful hate. Della truculenza e della noia. Recensione

ROMA – Un cacciatore di taglie, viaggia durante una tempesta di neve, attraversa le foreste del Whyoming con una donna che deve consegnare alla giustizia. 

Lungo la strada accetta di dare un passaggio a un bounty killer e  a un sedicente aspirante sceriffo che va nella stessa città per  ricevere la stella. Il gruppo è costretto a ripararsi dalla tormenta in una baita sperduta dove lo attendono quattro persone: un ex generale sudista, un messicano, un boia e un cowboy. Dentro la casa tra i boschi innevati la scena si fa teatrale e ricorda i “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, o molte commedie nere dove ci si interroga verbosamente alla ricerca del colpevole. Il tutto scivola, troppo lentamente, verso un finale violento e prevedibile ….

Pieno di deja vue, in uno stile commerciale cui la tecnica non fa difetto, The hateful eight – Gli odiosi otto – è  odiosamente interminabile, con scene di truculenza gratuita, dove i volti  degli attori, tra l’altro famosi e bravi,  resi brutti e disgustosi, intrisi di sangue, riempiono lo schermo. Il cast di altissimo livello non salva Tarantino dall’aver scritto e diretto un film deludente. Se la critica è cauta nel demolire un mostro sacro del cinema americano, se a certo pubblico il genere può piacere, a mio fallibile giudizio il film resta uno dei meno felici che il regista abbia concepito.

Un film di Quentin Tarantino. Con Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demiàn Bichir. 

 Titolo originale The Hateful Eight. Western, Ratings: Kids+16, durata 167 min. – USA 2015.

The hateful eight – Trailer

 

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