Teatro Brancaccio. “Parsons Dance”, oltre la danza. Recensione

ROMA – Coreografie di grande dinamismo, ballerini atletici e luci che abbracciano i corpi, nascondendoli, rivelandoli e mescolandosi ad essi. Sono i marchi di fabbrica di David Parsons, vera e propria icona della danza contemporanea, che dal 1985, insieme al light designer Howell Binkley, ha dato vita a una compagnia capace non solo di emozionare appassionati in tutto il mondo, ma anche di lasciare un segno nell’immaginario contemporaneo.

Lo strepitoso risultato di questo sodalizio artistico arriva adesso a Roma per la conclusione del  tour italiano, portando sul palco del teatro Brancaccio uno spettacolo che trascende i confini della danza, per regalare un’esperienza visiva davvero suggestiva. La fisicità dei ballerini e dei loro armoniosi passi è la prima cosa che colpisce, ma è un’energia che inserisce il movimento del corpo in qualcosa di più di una semplice coreografia. Tutto, negli spettacoli di Parsons, contribuisce a creare un’atmosfera, una suggestione per gli occhi, un mondo parallelo in cui si uniscono richiami ancestrali e immagini futuristiche. Richiami all’universo tribale si amalgamano con sonorità elettroniche, dando vita a un linguaggio capace di comunicare in modo diretto, e non solo agli appassionati del genere.

Insieme ai ballerini, sul palco si prendono un ruolo da protagonista le luci curate da Binkley: proiezioni che rompono il fondale scuro per creare ambienti geometrici, cornici di ombre in cui i corpi scompaiono e riappaiono, o atmosfere colorate, gioiose e cariche di forza. Forte di questi elementi, lo spettacolo di Parsons Dance trasporta il pubblico attraverso esperienze visive diversissime tra loro: come quella di Hands Dance, una corografia affidata ai movimenti delle sole mani dei ballerini che emergono dal buio. O come In the end, brano della Dave Matthews Band, su cui Parsons costruisce una danza di emozioni che prendono vita in modo dirompente attraverso il dialogo tra corpi, sguardi e movimenti. E su tutto, spicca la celere Caught, pezzo scritto da Robert Fripp che sul palco fa da cornice a un gioco di luci stroboscopiche che crea l’illusione di un ballerino sospeso nel vuoto. Sono attimi in cui emerge tutta la potenza del lavoro di Parsons, che si sviluppa attraverso momenti nascosti e svelati, per selezionare in un tutto armonico un istante speciale, che diventa un’esperienza nuova.

Un esempio che ben illustra come Parsons Dance sia in grado di esaltare l’espressività artistica della danza contemporanea, abbattendone al contempo i confini per arrivare a un’inedita e potentissima esperienza visiva. Anche per questo, è oggi tra le compagnie più richieste e ha fatto tappa nei più importanti teatri e festival di tutto il mondo, toccando ben 383 città in 22 paesi nei cinque continenti. Tanto che il New York Times non ha esitato a definire il coreografo statunitense come “uno dei grandi motori della danza moderna”. 

PARSONS DANCE

light designer HOWELL BINKLEY

coreografie DAVID PARSONS

Presentato da Bags Entertainment

Danzatori: Sarah Braverman, Ian Spring, Elena D’Amario, Geena Pacareu, Omar Román De Jesús, Eoghan Dillon, Zoey Anderson, Justus Whitfield.

Fino al 2 aprile 2017

Orario: dal martedì al sabato ore 21, domenica ore 17

TEATRO BRANCACCIO

Via Merulana, 244 – 00185 Roma

tel. 06 80687231

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