Teatro delle Muse.” Ricchi in canna e poveri sfondati”. Da vedere. Recensione

ROMA – Al Delle Muse ha appena debuttato una frizzante e divertente commedia, scritta e diretta da Geppi Di Stasio ma dichiaratamente ispirata a una farsa di Antonio Petito. Stiamo parlando di “Ricchi in canna e poveri sfondati”. Come è facile immaginare, questo lavoro si colloca nel filone “della povertà”. La fame, infatti, è sempre stata uno degli spunti più felici della tradizione del teatro comico napoletano.

Da Viviani a Scarpetta, da Petito a Eduardo, le pagine migliori sono sempre state ispirate dall’indigenza dei protagonisti: basti pensare a commedie come Miseria e Nobiltà o a Napoli Milionaria. E Geppi Di Stasio, raffinato e attento conoscitore del teatro napoletano, è stato abile nel realizzare una commedia in piena regola, partendo dal canovaccio di Petito e mantenendone peraltro tutte le dinamiche e la comicità tipiche della farsa. 

Don Ciccillo e Donna Concetta conducono un’esistenza di stenti. La loro figlia Giulietta è corteggiata da Veniero, figlio del Barone Liggio, che è anche il padrone di casa e che aspetta quattro mesi di affitto arretrato. Ma dagli USA è in arrivo Giacomino, il fratello emigrato, che si presume debba arrivare con valige cariche di dollari: ma l’ “americano” oltre ai vestiti “stars and strips” e alla fidanzata Mary, nelle valige ha solo ritagli di giornale, insomma neppure l’ombra di un centesimo. Morto di fame era partito e morto di fame è ritornato! Non solo, ma in casa inizia pure a comportarsi come un despota! Però, man mano succederanno dei fatti nuovi, delle vere e proprie sorprese, dei colpi di scena inattesi, che porteranno a un lieto fine, come in ogni commedia che si rispetti; ma senza rinunciare a lanciare qualche messaggio sociale e affettivo. 

La compagnia Stabile Delle Muse ben figura in questo brillante lavoro: impeccabile Rino Santoro nel ruolo di Ciccillo, autorevole e convincente Wanda Pirol in Concetta, perfetto Geppi Di Stasio nei panni “americani” di Giacomino. Accanto a loro, abbiamo apprezzato una piacevole Susy Pariante nella parte di Giulietta, la disinvolta Roberta Sanzò nel ruolo di Mary, un efficace Antonio Lubrano negli scomodi panni dell’esattore don Camillo, la mediterranea Clara Morlino nelle vesti di Carmela. E ancora ricordiamo Giuseppe Vitolo (Veniero), Carlo Badolato (barone Liggio), Manuela Atturo (Carlotta), Alida Tarallo, Patrizia Bellucci, Luca Materazzo e Roberto Paone.

Attenta e ben studiata la regia dello stesso Geppi Di Stasio.

Nel complesso, uno spettacolo degno di nota, che vale la pena andare a vedere, per passare una serata distensiva e in allegria.

fino al 26 novembre 2017

TEATRO DELLE MUSE

Via Forlì 43 – Roma

Info: 06.44233649 – 06.44119185

www.teatromuse.it 

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