Teatro Quirino: standing ovation per la premiata “Filumena Marturano” diretta da Liliana Cavani con Glejeses e D’Abbraccio

Insignito lo scorso anno dal Premio “Flaiano” proprio per l’interpretazione maschile di Filumena Marturano, capolavoro di Eduardo De Filippo, ritorna a gran richiesta presso il suo teatro – il Quirino Vittorio Gassman – Geppy Glejeses dal 2 al 7 gennaio, diretto sempre da Liliana Cavani, accompagnato da Mariangela D’Abbraccio nella parte femminile. 

Ed è proprio la storia di questa donna, ex prostituta che sta a cuore al commediografo Eduardo e al suo significato di famiglia come unione, al di là delle convenzioni borghese, convincendo con ogni mezzo il compagno di una vita, l’aristocratico Domenico Soriano a sposarla e adottare i suoi tre figli di cui solo uno è davvero il suo. Una storia piena di pathos ed emozione, reso alla perfezione dai due interpreti, che in napoletano recitano e trasmettono i timori dell’epoca postbellica, in cui i poveri erano poverissimi e i ricchi vivevano nello sperpero e a molte donne disagiate non rimaneva che dedicarsi al mestiere più antico del mondo. E tra queste c’era stata anche Filumena, da più di 25 anni la mantenuta e la faccendiera del borghese Domenico Soriano, vissuto tra corse dei cavalli, amanti e scorribande a Londra e Parigi, ma che in fondo al cuore aveva sempre nutrito un sentimento per quella donna, pur vergognandosi di sposarla. Tutto terminerà nel migliore dei modi, con un finale celebre ormai sia sul palco che al cinema: le nozze e l’ammissione di Don Domenico: “I figli sono figli e sono tutti uguali”.

Tra le prime interpretazioni è famosa quella straordinaria di Tittina De Filippo, sorella del grande Eduardo, poi quella televisiva con Regina Bianchi e infine il più noto adattamento televisivo nel 1964 per la regia di Vittorio De Sica intitolato “Matrimonio all’italiana” con Sophia Loren e Marcello Mastroianni: un vero e proprio cult della cinema italiano del dopoguerra.

Una pièce teatrale che ambiva a riscattare il ruolo della donna, non più succube degli uomini e “sottoposta”, ma anche padrona del proprio destino, come dimostra il temperamento forte e risoluto di Filumena, che tiene testa al compagno Soriano, con audacia e sfrontatezza, animata soltanto dal più autentico desiderio di formare una famiglia. E tra i motivi che spinsero Eduardo a comporre questa commedia rimasta celebre e allestita persino a Broadway anche il desiderio di riscattare la sua immagine e quella dei suoi fratelli Peppino e Titina, mai riconosciuti dal padre Eduardo Scarpetta, affermando così la parità tra i figli legittimi e illegittimi, senza distinzione. Concetto espresso anche tramite il personaggio di Filumena: “Avvocato non capisco di legge, ma solo quella del cuore”. 

Di grande forza evocativa è anche il ricordo del dialogo tra la protagonista e la Madonna delle Rose, che dichiara: “I figli sono figli”, rispondendo così ai dubbi di Filumena che non sapeva se portare avanti o meno le gravidanze nella sua difficile condizione, descrivendo nei minimi dettagli il supporto e il calore che ricevette dalla Madonna, che lei vide asserire con la testa, in segno di consenso. Una madre a tutti gli effetti che ha cresciuto e badato ai propri figli, in anonimato, sino al giorno del suo matrimonio con l’unione della sua famiglia allargata.

Una pièce moderna animata da personaggi femminili di straordinaria presenza scenica e interpretativa. E in questo senso impressionante è l’impegno della protagonista Mariangela D’Abbraccio, che con impeto e passione si cala nel personaggio, con una cura e dedizione superiori rispetto alla sua stessa interpretazione dell’anno precedente, animando e commuovendo il pubblico, che a stento riesce a trattenere le lacrime durante i celebri monologhi. “Un testo così sublime e perfetto merita un lavoro di cesello, un labor limae recitativo” commenta la stessa protagonista. 

Niente da aggiungere su Geppy Gleijeses impeccabile sia nelle lunghe pause che nei dialoghi incalzanti. Altrettanto encomiabile è Nunzia Schiano nei panni della fidata domestica Rosalia, che sa divertire e convincere con il solo sorriso. Celebrata è anche la regista, Liliana Cavani che “al suo battesimo nella prosa” – come definisce questa prova –  riceve il premio “Persefone” 2017, che sottolinea come “il teatro sia più simile alla vita, rispetto al cinema”.

Standing ovation e interi minuti di applausi dedicati a un capolavoro senza tempo, che è “pura vita”.

Dal 2 al 7 gennaio al Teatro Quirino Vittorio Gassman

“Fiumena Marturano”

di Eduardo De Filippo

regia Liliana Cavani

Con Mariangela D’Abbraccio, Geppy Gleijeses, Nunzia Schiano, Mimmo Migneni, Fabio Pappacena, Ylenia Oliviero, Elisabetta Mirra, Agostino Pannone, Gregorio Maria Paola, Adriano Falivene;

Scene e costumi Raimondo Gaetani

Musiche Teho Teardo

Luci Gigi Ascione

Assistente alla regia Marina Bianchi

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