“Manta Ray”, come un’istallazione d’arte cinematografica sui profughi Rohingya

Esce il 10 ottobre 2019 “Manta Ray”, vincitore della sezione Orizzonti, a Venezia 75, è primo film del thailandese Phuttiphong Aroonpheng.

Racconta che nella fitta foresta di un villaggio sulla costa della Thailandia un giovane pescatore dai capelli ossigenati (Wanlop Rungkamjad) s’imbatte in un uomo ferito e privo di sensi (Aphisit Hama) e lo soccorre ospitandolo a casa propria. Lo sconosciuto non parla, forse muto per il trauma, e il pescatore gli assegna il nome di una pop star. Tra i due s’instaura una forte amicizia, anche perché il soccorritore, abbandonato dalla moglie, è solo. La vita scorre tranquilla ma capita che una mattina il giovane vada a pescare e non faccia più ritorno.  Lentamente, quasi inesorabilmente, il profugo si ritroverà a occupare il suo posto, convivendo con l’ex moglie del pescatore (Rasmee Wayrana) quando questa all’improvviso ritorna … 

“Manta Ray” è ispirato alla tragedia dei profughi Rohingya.  Il titolo è il nome della mitica manta gigante, dal mantello scuro, pesce nomade dei mari. Phuttiphong Aroonpheng usa simbolismi tratti dalla cultura nazionale e dalla personale creatività, per evocare significati inconsci su ciò che non si conosce, sulla trasmigrazione delle identità culturali, sul mistero del dolore, della distruzione, sull’imprescindibile realtà dell’amore, durante l’inesplicabile traversata della vita. Film singolare che evoca le atmosfere delle moderne istallazioni artistiche, il clima tra sogno e realtà della virtual reality. 

Ed è allo stesso tempo profondamente ancorato al valore dei diritti umani, tanto da essersi meritato il patrocinio di Amnesty International.  Nel presentarlo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, ha detto: “Manta Ray ci fa conoscere qualcosa di cui sappiamo poco: la tragedia del popolo Rohingya. Dal 25 agosto 2017, fuggiti da un sistema di assoluto apartheid, sono quasi un milione i rifugiati. Molte sono vittime di stupro, molti uccisi. Né ci sono le condizioni per un ritorno dei Rohingya in Myanmar. Mi sono commosso quando ho visto che il regista ha voluto dedicare a questo popolo il suo film”. Phuttiphong Aroonpheng , parlando dei migranti Rohingya alla ricerca disperata di salvezza in Thailandia, racconta: “In una scena fondamentale del mio film, sentiamo molte voci nella foresta, piene di angoscia e lacrime. Sono voci di rifugiati Rohingya che avevo registrato. Queste voci non scompariranno e non saranno totalmente dimenticate. Continueranno a esistere nel mio film”.

“Manta Ray”. Regia di Phuttiphong Aroonpheng. Un film con Wanlop RungkumjadRasmee WayranaAbhisit Hama. Titolo originale: Kraben Rahu. Genere Drammatico – TailandiaFranciaCina2018.  Uscita cinema giovedì 10 ottobre 2019 distribuito da Mariposa Cinematografica

Condividi sui social

Articoli correlati