Teatro Eliseo: “Il cielo sopra il letto” buona la prima

“Tutte le famiglie felici si somigliano: ogni famiglia infelice è disgraziata a modo suo”. Ed è proprio questa citazione di Lev Tolstoj a carpire a pieno il significato di “Il cielo sopra il letto” (Skylight) di David Hare, in scena sino al 5 gennaio al teatro Eliseo di Roma.

Una commedia romantica e sociale al tempo stesso che mette a confronto due visioni della vita divergenti di due ex amanti, Elisabetta e Saverio, interpretati da due attori sensazionali: Lucrezia Lante della Rovere e Luca Barbareschi.

La trama ruota intorno all’incontro dopo sei anni di silenzio tra i due ex che avviene a casa di Elisabetta – un bilocale senza riscaldamento in zona Magliana a Roma –a un anno dalla morte della moglie di Saverio, un imprenditore di successo affetto da una severa depressione dipesa non solo dalla mancanza della consorte, ma soprattutto dalla sparizione – inspiegabile ai suoi occhi – di Elisabetta, più che un’amante, una vera e propria compagna di vita. Una frattura che appare insanabile resa ancora più evidente dalle scelte di vita dei due protagonisti: l’una immersa in una realtà popolare e disagiata, insegnante per scelta nell’estrema periferia romana; l’altro rifugiatosi nel lavoro e nella sua dimora dorata a nord di Roma, a scapito del rapporto con suo figlio Edoardo, un ventenne disorientato dall’alienazione del padre. Per Saverio, la vita ai margini della sua ex rappresenta: “una forma di espiazione del senso di colpa”, mentre l’insegnamento in periferia è per Elisabetta: “realizzazione personale e vita in una vera e propria comunità solidale”, rabbrividendo di fronte all’egocentrismo asettico dell’altro impenetrabile nella sua “roccaforte di privilegi”.

Distanze ideologiche che un vero amore sarebbe riuscito a colmare se non fosse per i troppi interrogativi rimasti senza risposta dalla repentina fuga di Elisabetta scomparsa non appena la moglie di Saverio scoprì del loro decennale tradimento, malgrado lui non desiderasse altro che ufficializzare il loro legame. Un tradimento che non era mai stato tale agli occhi di Elisabetta, all’epoca babysitter nella loro casa, che nel suo inconscio viveva quella relazione in realtà come una chance di integrarsi all’interno della famiglia. «Lei aveva un altro sentire rispetto al rapporto e si era data una giustificazione tutta sua al tradimento – chiarisce Lucrezia Lante Della Rovere – pur rimanendo fedele a se stessa e autentica». 

Idee ormai conciliabili, il cui unico trait d’union è Edoardo – per lei: il figlio mancato e per lui: il monito del suo matrimonio fallito – che con il suo entusiasmo e la sua genuinità allevia la solitudine e la distanza ideologica tra due culture contrapposte: l’una pragmatica e affaristica, l’altra solidaristica. Un’apertura, che riempie il cuore di speranza, ridonando slancio a un mondo incupito dall’incomunicabilità e dal culto del dio denaro. 

Una nuova linfa che proviene dai più giovani, che alla cultura solidaristica e a quella imprenditoriale preferiscono l’immediatezza del linguaggio dell’amore, che nell’era di Internet, non conosce limiti né barriere, ma solo nuovi modi di comunicare. 

Teatro Eliseo

“Il cielo sopra il letto”

Skylight

di David Hare

Traduzione regia e adattamento Luca Barbareschi

con Lucrezia Lante Della Rovere, Paolo Marconi e Luca Barbareschi

Scene: Tommaso Ferraresi

Costumi: Federica De Bona

Luci: Pietro Sperduti

Musiche: Marco Zurzolo

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