Istituto Luce-Cinecittà. “Baci rubati – Amori omosessuali nell’Italia fascista” on demand dal 14 febbraio

Arriva finalmente per il pubblico in occasione del 14 Febbraio, il San Valentino di tutti gli innamorati, BACI RUBATI – Amori omosessuali nell’Italia fascistail film documentario di Fabrizio Laurenti e Gabriella Romano, prodotto e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà, già presentato con vivace attenzione al Bellaria Film Festival, e al Florence Queer Festival – dove ha ottenuto una Menzione speciale della giuria. 

Baci rubati racconta la condizione degli omosessuali durante il fascismo, usando principalmente la voce di chi ha vissuto in quegli anni. Il film offre un mosaico sfaccettato e complesso che mette in evidenza la persecuzione che i gay e le lesbiche italiani hanno subito, ma allo stesso tempo smonta gli stereotipi e ricostruisce la molteplicità delle loro esperienze, gli svaghi, le amicizie, gli affetti, gli amori e le consuetudini. Sull’argomento si sa ancora oggi molto poco poichè il silenzio che ha circondato l’omosessualità si è protratto ben oltre il Ventennio.

Pur sottolineando la persecuzione e le numerose restrizioni e sanzioni imposte dal regime agli omosessuali, l’intento è quello di riportare in luce per la prima volta alcune storie di chi, nonostante tutto, ha “resistito” ed è riuscito a vivere seguendo le proprie scelte.

Chiunque (…) compie atti di libidine su persona dello stesso sesso, ovvero si presta a tali atti, è punito, se dal fatto derivi pubblico scandalo, con la reclusione da sei mesi a tre anni.”  Così enunciava nel 1927, in prima stesura, l’articolo 528 del nuovo codice penale Rocco riguardo la repressione dell’omosessualità, che veniva in tal modo per la prima volta contemporaneamente riconosciuta e sanzionata. Sul sanzionarla tutti d’accordo, ma sulla necessità di riconoscere che in Italia fosse diffuso il “turpe vizio” – come veniva allora definita una relazione non eterosessuale – mai e poi mai! Sarebbe stata messa in discussione la virilità stessa del maschio italiano.

Così il film interpella storici che si sono occupati di omosessualità durante il regime di Mussolini.  Ma predilige le voci dei protagonisti che raccontano le proprie vicende, sentimenti ed avventure. Tra il serio ed il faceto, il sentimentale e lo sfacciato, si alternano pagine di diari, lettere, poesie e ricordi di amori proibiti, osteggiati, censurati, ma esistiti, vissuti, cantati e ricordati con orgoglio. 

Sono così di notevolissimo interesse le parole di scrittori assoluti come Aldo Palazzeschi, de Pisis, Sandro Penna, Radclyffe Hall, posti accanto agli inserti di letteratura ‘scientifica’ dell’epoca; e più di tutto interessante che il film raccolga voci di estrazioni sociali, mentalità, esperienze differenti. 

Parole che nel film vivono dell’interpretazione da manuale di Luca Ward, che restituisce con sottigliezza sulfurea la prosa scientifica sul ‘problema’ degli omosessuali, accanto alle voci partecipi e coinvolgenti di interpreti popolari come, Valentina Cervi, Sabrina Impacciatore e Neri Marcorè.

Attraverso le parole dei protagonisti, il film documenta alcuni aspetti della repressione dell’omosessualità come gli arresti, l’internamento in manicomio, le ammonizioni, le indagini dei commissari, le dichiarazioni dei prefetti, le violenze degli squadristi.

Baci Rubati si avvale di materiali di repertorio molto preziosi provenienti da collezioni private, interviste radiofoniche risalenti all’inizio degli Anni Ottanta e brani di diari inediti, a cui fanno da controcanto le immagini ufficiali del regime, quelle dei cinegiornali Luce, che illustrano l’ideale fascista di virilità e femminilità.

Un montaggio serrato di immagini di repertorio illustra il culto della virilità del regime, il clima delle sue campagne di moralizzazione, la creazione dello stereotipo dell’uomo “effeminato” e della donna “mascolina” ed al contempo racconta il vissuto di omosessuali e lesbiche, testimoniato da fotografie e filmati provenienti da archivi privati. Attraverso questi materiali preziosi e inediti il film celebra il coraggio di chi ha affermato le proprie scelte di vita, nonostante l’azione repressiva della dittatura.

L’uscita on demand su piattaforma dal 14 febbraio, giorno di San Valentino, è una dedica speciale al coraggio e alla libertà di tutti gli amori.

Baci rubati – Amori omosessuali nell’Italia fascista

Diretto, ideato e scritto da

Fabrizio Laurenti e Gabriella Romano

Montaggio Patrizia Penzo

Musiche Ugo Laurenti

con

Luca Ward

Con le voci di

Valentina Cervi

Sabrina Impacciatore

Neri Marcorè

e con le voci di

Francesco BajStefano BrusaFabrizio Bucci, Daniela Calò, Alessandro Capra, Marco Fumarola 

 

consulente storico Gianni Rossi Barilli

consulente ricerche repertorio iconografico Luca Locati Luciani

riprese Fabrizio Laurenti  direttore della fotografia per le riprese a Luca Ward Niccolò Palomba  montaggio del suono ed effetti sonori Marco Furlani

fonico di mix Fabio Chiossi  progettazione grafica e animazione Luca Tommasini  conforming e color correction Ugo Laurenti

 

una produzione e distribuzione ISTITUTO LUCE CINECITTÀ

 

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Dino Fracchia

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Luca Locati Luciani

Gabriella Romano

Gianni Rossi Barilli

 

Italia, 2020,

50’

b/n e colore (repertorio e riprese)

 

 

GABRIELLA ROMANO

È documentarista e ricercatrice indipendente, con un interesse specifico per la storia orale, la storia dell’omosessualità e delle donne in Italia.

Tra i suoi documentari: ”A Son of the Desert” (1990), “Nietta’s Diary” (1996), “L’Altro Ieri” (2001), “Ricordare” (2003), , “Violet Gibson. La donna che tentò di uccidere Mussolini” (2009), “Essere Lucy” (2011). Ha lavorato come giornalista per quotidiani e riviste, e per la radio, per poi passare alla produzione e ricerca per programmi televisivi prodotti da società inglesi, canadesi e americane, tra cui BBC, NVC Arts, GMTV, Central TV, Cinenova Toronto, Mentorn Barraclough Carey, NVC Arts e Nash Entertainment. A partire dalla fine degli Anni Novanta, si è specializzata nella ricerca di materiale di repertorio.

Nel 2003-2004 coordina la redazione di un progetto di TV web, www.porticodonne.it, su donne, nuove tecnologie e lavoro, prodotto dall’associazione Orlando insieme a Visualmedia e finanziato dalla Commissione Pari Opportunità della Comunità Europea.

Tra le sue pubblicazioni: I Sapori della Seduzione (Ombrecorte 2006), Il mio nome è Lucy (Donzelli 2009), La Tarantina e la sua “dolce vita” (Ombrecorte 2013), Prodigiose Amazzoni (Biblink 2012) and The Pathologisation of Homosexuality in Fascist Italy: The Case of G. (Palgrave MacMillan 2019, trad. it. Il Caso di G., ETS 2019).  Sta completando un Dottorato di Ricerca in Storia presso il Birkbeck College, University of London, con una borsa di studio del Wellcome Trust.

FABRIZIO LAURENTI

Nato a Roma, Fabrizio Laurenti è regista di film, serie TV e documentari girati in Italia e negli Stati Uniti dove nei prima anni ‘80 ha giratoThe Immigrant, una storia di vampiri tossicodipendenti nel Lower East Side di New York, che lo ha portato all’attenzione dei critici vincendo il Gabbiano d’Oro al Festival di Bellaria. Ha poi diretto vari film horror tra cui La casa 4 – Witchcraft con Linda Blair e David Hasselhoff, che ha debuttato in testa al box office italiano, e Creepers. Per la televisione ha diretto le serie TV Tre passi nel delitto, con Giole Dix protagonista e Voci notturne, scritto da Pupi Avati.

Tra i suoi documentari Il segreto di Mussolini (che ha ispirato il film di Marco Bellocchio Vincere), presentato al Torino Film Festival, Cene Galeotte, sul programma di cene gourmet nel carcere di Volterra, e il documentario Nastro d’Argento 2020 Life as a B Movie: Piero Vivarelli (insieme a Nick Vivarelli)

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