Taormina film fest 67. I vent’anni de “Le fate ignoranti”

Il Taormina Film Fest del 2021 ha festeggiato il ventennale di un film cult che ha segnato la definitiva consacrazione di un grande regista.

Con “Le Fate Ignoranti” Ferzan Özpetek (nel 2001 ha trionfato ai Nastri d’argento per il miglior soggetto con questa pellicola) ha creato una nuova strada per la cinematografia italiana e internazionale, come evidenziato da Alessandra De Luca (condirettrice artistica del festival assieme a Francesco Alò e Federico Pontiggia) che ha presentato e moderato il momento dedicato al regista turco presso la Casa Cuseni- Museum of fine Arts Taormina”, struttura storica, con annessi incantevoli giardini che guardano la splendore del golfo  e Monumento Nazionale dei musei de “le Case della Memoria”.

Özpetek, che concluderà ad agosto le riprese della serie di otto puntate tratta dal fortunato film (il cui titolo “The Ignorant Angels” è stato deciso dallo stesso Özpetek), ne rappresenta un prequel distribuito da Disney+. Nel cast annovera Edoardo Scarpetta, Luca Argentero, Anna Ferzetti, Cristiana Capotondi, Ambra Angiolini, Carla Signoris, Paola Minaccioni e Serra Ylmaz. Celebrazione dei quattro lustri de “Le Fate Ignoranti” in terra sicula, luogo con cui il regista e romanziere ha un legame suggellato anche dalle riprese de “La dea Fortuna ”nel 2019 a Palermo (città di cui è cittadino onorario e dove ha ricevuto la Laurea Magistrale honoris causa in “Scienze dello Spettacolo”), che definisce donna lesionata e offesa, ma sempre consapevole della sua bellezza. E Catania (la cui ampia varietà gastronomica traduce per lui un susseguirsi importante di varie culture) dalla beltà celata, che repentinamente si dischiude e affiora potente.

“Il bagno turco” (1997) e “Harem Suare” (1999) hanno dato la stura a un percorso cinematografico importante che, con “le Fate Ignoranti”, ha realizzato il racconto di vicende ambientate in un quartiere di Roma, con al centro il Gazometro, che non aveva la considerazione positiva di oggi. Due storie di “vite nascoste” sono alla base del film del 2001, quella di un italiano, dopo la morte del quale si svela la relazione segreta con un giovane amante, coniuge di una ristoratrice che conosceva il regista. L’altra, rivelatasi sempre dopo un decesso, del marito di una donna e padre di un amico brasiliano di Özpetek.  La visione e i temi trattati, ma anche il titolo (che nasce dal nome di un quadro di Magritte, “La fata ignorante”) fecero titubare i distributori del film sulla possibile reazione del pubblico. Invece, anche grazie all’interpretazione di Margherita Buy e Stefano Accorsi, “Le fate Ignoranti” ebbe un successo enorme ed epocale, tanto da essere tuttora una pellicola di riferimento per le giovani generazioni.

Solo la possibilità di immettere elementi nuovi nella serie rispetto al film, ha indotto Özpetek ad accettare. Così come centrali sono i cambiamenti che la vita impone e ai quali occorre sapersi adeguare, ciò che avviene sul set lo spinge a una riscrittura costante e quasi quotidiana del film e dello sviluppo dei personaggi. Come quando La Buy disse al regista di essere gravida prima dell’inizio delle riprese e lui colse l’occasione per farla recitare in quello stato, modificando lo script e decidendo che il suo ruolo sarebbe stato quello di una donna incinta del marito defunto.

Özpetek avverte la gravità del momento pandemico che lo ha portato a scrivere un soggetto che non vuole per ora sostanziare in pellicola, perché questa grave situazione segna ancora la vita di tutti. Vita le cui relazioni, afferma Il regista trovano la massima espressione d’amore, non tanto e non solo nella coppia, che le tentazioni momentanee non dovrebbero distruggere, ma nell’amicizia, per lui il valore più alto.

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