Teatro Quirino. ‘Il berretto a sonagli’ di Luigi Pirandello, ovvero quando la verità non rende liberi

 

ROMA – Il palcoscenico del Quirino è affollato di ombre proiettate su un telo nel prologo de ‘Il berretto a sonagli’ di Pirandello, in scena per la regia di Gabriele Lavia.

La scenografia consiste in un salotto borghese arredato – per citare Gozzano – con “buone cose di pessimo gusto”: un divano foderato di velluto rosso, alcune poltrone e un vecchio grammofono da cui escono voci sottili, che immettono lo spettatore nell’atmosfera degli anni Venti. Il sipario si apre mentre un dramma si consuma all’interno di una famiglia dell’alta borghesia di un paesino siciliano.

La signora Beatrice, impersonata da Federica Di Martino, è convinta che suo marito il Cavalier Fiorica le sia infedele e decide di denunciarlo per adulterio al delegato Spanò. Escogita un piano per coglierlo sul fatto con Nina, la giovane moglie del suo scrivano Ciampa, nonostante la vecchia serva Fana – ne veste i panni Maribella Piana – tenti in tutti i modi di dissuadere la padrona dal creare uno scandalo. Ciampa, interpretato magistralmente da Gabriele Lavia, è un uomo semplice, che dice di amare solo tre cose: le acciughe, le sardine, la moglie. Tiene “le prime due sotto salamoia, la terza sotto chiave” e vive seguendo la teoria delle corde d’orologio. Ogni persona, dice Ciampa, ha tre corde d’orologio in testa: la seria, la civile, la pazza. Quella civile è la più importante, poiché necessaria agli esseri umani per vivere in società.

Beatrice, dicendo la verità, intende rompere con forza gli schemi della società ‘perbene’ e fare giustizia, ma non ha preso in considerazione la visione – diametralmente opposta – di Ciampa, per il quale la donna ha chiuso la corda civile e aperto quella della pazzia, coinvolgendo tre persone in uno scandalo. ‘Il berretto a sonagli’ è una tragedia che si svolge nella psiche dei personaggi, che sembrano avere scarso controllo sulle proprie azioni e ancora meno sulle conseguenze che ne derivano. Costretto nelle briglie della società, ognuno si nasconde come meglio può dietro una maschera e vive come un ‘pupo’, manovrato dalle aspettative degli altri, anche a costo di pagare un prezzo alto. La verità – che Beatrice bramava – qui non rende liberi i personaggi. Sul palco, attorno agli attori vivi, una folla di manichini abbigliati di tutto punto rappresenta lo sguardo della gente. Lo sguardo che accompagna il giudizio pubblico, quello che Ciampa non può sopportare. 

8.20 novembre

Effimera Diana Oris

presentano

GABRIELE LAVIA

FEDERICA DI MARTINO

IL BERRETTO A SONAGLI

di Luigi Pirandello

con

FRANCESCO BONOMO 

MATILDE PIANA 

MARIBELLA PIANA 

MARIO PIETRAMALA

GIOVANNA GUIDA 

BEATRICE CECCHERINI

scene Alessandro Camera

musiche Antonio Di Pofi

costumi ideati dagli allievi del Terzo anno dell’Accademia Costume & Moda Matilde Annis, Carlotta Bufalini, Flavia Garbini, Ludovica Ottaviani, Valentina Poli, Nora Sala, Stefano Ritrovato, coordinatore Andrea Viotti

regia GABRIELE LAVIA

Condividi sui social

Articoli correlati