Teatro delle Muse. “Un giorno lungo un anno”, per non dimenticare. La recensione

ROMA – E’ in scena fino al 18 dicembre al Teatro delle Muse “Un giorno lungo un anno”, commedia in due atti scritta, diretta e interpretata da Claudio Morici, vincitrice al Festival di Arte Drammatica di Pesaro del Premio come Miglior Spettacolo per Valenza Etica e per il Gradimento del Pubblico.

I due atti descrivono due giornate memorabili della storia del nostro paese: il 19 luglio 1943, giorno del primo bombardamento degli americani su Roma, e il 24 marzo 1944, dove sempre a Roma si verificò l’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Il protagonista, Cesare, si alza tutte le mattine alla ricerca di un lavoro, ma è ignaro di tutto quello che combinano gli altri componenti della sua famiglia: la moglie Anna spaccia beni alimentari vietati o considerati di lusso, tipo il caffè, la figlia Giuliana si prostituisce con i soldati tedeschi e rimane incinta, il figlio Righetto insieme ad un amico vende clandestinamente le armi rubate ai tedeschi.
Ad alleggerire i toni ci pensano due personaggi: Rocco, il padre di Cesare, nonno dall’aria un poco strampalata che attende con ansia l’arrivo dell’esercito americano, anche grazie ad una radio sempre sintonizzata sulle frequenze belliche, e Vincenzo, il portiere del palazzo che si intromette in qualsiasi momento nelle vite delle famiglie che popolano  l’edificio.
Commedia molto divertente soprattutto nel primo atto, dove escono fuori tutti gli espedienti  a cui ricorrevano molte famiglie romane per vivere decentemente in un periodo storico molto difficile, mentre nel secondo l’esigenza di raccontare i fatti, l’attentato dei partigiani a via Rasella  e la successiva ritorsione ad opera dei tedeschi, rende i toni più drammatici.
Se quindi l’intento del regista era quello di non far dimenticare episodi scolpiti nella memoria delle generazioni più vecchie e invitare alla riflessione le nuove, con “Un giorno lungo un anno “ ci riesce completamente, anche grazie alla bravura di tutti gli attori e a una sceneggiatura che ha nella semplicità e linearità i suoi punti di forza.

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