“Gli sfiorati”: il tempo passa, lo “spleen” è sempre uguale. Recensione. Trailer

Dopo il successo di Caos calmo, tornano sul grande schermo le parole di Sandro Veronesi. Il
romanzo Gli sfiorati uscì nel 1990 e consacrò lo scrittore toscano nel gotha della letteratura italiana
contemporanea. La versione cinematografica a firma di Matteo Rovere, che ha anche curato la
sceneggiatura con Francesco Piccolo e Laura Paolucci, modifica in parte l’intreccio, ridefinendo
anche alcuni personaggi, ma nel pieno rispetto dello spirito del libro. Il tradimento dell’opera si
consuma però sul piano temporale: gli avvenimenti, infatti, vengono spostati vent’anni più il là. I
protagonisti non sono più gli eponimi degli anni Ottanta ma sono i ragazzi di oggi.

Per Rovere, dunque, nulla sembra essere cambiato. Irrequieti ieri, irrequieti oggi, gli sfiorati,
questa nuova categoria di ragazzi disegnata da Veronesi, non hanno una precisa collocazione
generazionale. I protagonisti della storia, Mète e Belinda, sono due di loro. S’incontrano alla vigilia
delle nozze del padre – l’unica cosa che li accomuna – con la mamma di lei. Belinda sarà ospite del
fratellastro per pochi giorni, nella sua casa al centro di Roma. E’ stato suo padre a convincerlo a
incontrare la ragazza: Mète, infatti, è ancora legato al ricordo della madre, morta pochi anni prima.
All’inizio fa di tutto per evitarla, ma sarà proprio la sua presenza dentro casa a confondere ancor di
più l’esistenza di Mète, alle prese con il suo lavoro di grafologo e lo svago con gli amici di sempre
Damiano e Bruno. Belinda si trasformerà nella sua ossessione.

Il film di Rovere – che esordì nel 2008 con Un gioco da ragazze – si regge sull’ottima recitazione
degli attori. Da Massimo Popolizio, il padre dei ragazzi, a Claudio Santamaria e Michele Riondino,
le spalle di Mète, ad Asia Argento, una pur tanto affascinante quanto ciarliera, sono i comprimari
a brillare per i loro ruoli intensi o sopra le righe, finendo con l’adombrare i due protagonisti,
Andrea Bosca e Miriam Giovanelli. Il punto debole del film sta invece nell’evoluzione della storia
e nel preciso istante in cui dovrebbe toccare l’acme del racconto, ossia l’incesto tra i due ragazzi.
Purtroppo non è nulla di sconvolgente o disturbante, finendo con l’essere quasi un accidente nella
vita di Mète, pochi istanti prima che si capisca chi sia veramente.

Gli sfiorati

Regia di Matteo Rovere

Tratto dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi

Scritto da Matteo Rovere, Francesco Piccolo e Laura Paolucci

Con

Andrea Bosca, Miriam Giovanelli, Claudio Santamaria, Michele Riondino, Asia Argento e

Massimo Popolizio

Al cinema dal 2 marzo

 

Gli Sfiorati – Trailer

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe