9° Festival di Roma. Conto alla rovescia per gli spettatori giurati

ROMA (nostro inviato) – Il conto alla rovescia verso il Festival Internazionale del film di Roma, può iniziare: il 16 ottobre non è lontano e, nella speranza che la manifestazione sia baciata da un autunno soleggiato tanto quanto l’estate è stata piovosa, i dieci giorni di proiezioni, saranno caratterizzati da una innovazione non da poco, voluta dal suo direttore artistico Marco Mūller.

Vale a dire,  i giurati saranno gli stessi spettatori, il pubblico premierà i film di tutte le linee di programma: i riconoscimenti più importanti  dunque verranno attribuiti in base alle preferenze espresse all’uscita delle sale. Al termine di ogni proiezione gli spettatori potranno votare e assegnare: il Premio del Pubblico BNL | Gala, in collaborazione con il Main Partner del Festival BNL Gruppo BNP Paribas, il Premio del Pubblico | Cinema d’Oggi, il Premio del Pubblico | Mondo Genere, il Premio del Pubblico | Cinema Italia (Fiction) e il Premio del Pubblico | Cinema Italia (Documentario). Per capirci, Cinema d’Oggi ospiterà film di autori sia affermati che giovani, Gala presenterà una selezione di grandi pellicole “popolari ma originali” della nuova stagione, Mondo Genere accoglierà film appartenenti ai più diversi generi cinematografici, mentre Prospettive Italia farà il punto sulle nuove linee di tendenza del cinema nazionale di fiction e documentaristico .

Un bel salto per Marco Müller, che è stato per otto anni alla direzione della mostra di Venezia.  Müller  ha iniziato la sua formazione studiando orientalismo e antropologia all’università, con una successiva specializzazione e dottorato di stato in Cina. Amante di registi e  films cinesi, al Lido divenne famoso per la scelta molto intellettuale di un gran numero di opere provenienti dall’oriente. E’ risaputo che a Venezia le giurie internazionali, composte di addetti ai lavori, spesso assegnano Leoni d’oro a pellicole che non vengono apprezzate dal pubblico. Alcuni lungometraggi non tenuti in considerazione – ad esempio Philomena di Stephen Frears nel 2013 – hanno fatto gridare allo scandalo anche la stampa. Roma diventerà quindi un laboratorio per individuare ciò che della settima arte piace alla gente. Innovazione peculiare che caratterizza la capitale, restituisce i films allo spettatore rendendolo protagonista, indica un orizzonte  per uscire dalla crisi economica. Una scelta che farà piacere a molti. 

Basti citare lo storico addetto stampa di Cinecittà, deus ex machina di molti festival, il giornalista Franco Mariotti, noto per aver sdoganato i Vanzina e Neri Parenti presso il paludato Primo Piano sull’autore ad Assisi, di cui è direttore artistico.  Franco Mariotti  in una intervista a Dazebao aveva detto in proposito: <<Il festival di Roma  a mio giudizio dovrebbe continuare ad avere la peculiarità di festa popolare, anche per distinguersi dalle altre kermesse. E’ giusto che ciò che piace al pubblico venga valorizzato, giusto che possano parteciparvi il maggior numero di spettatori, altrimenti i festival finiscono per essere dei club riservati ai soli addetti ai lavori. Se la capitale riesce a mantenere questo indirizzo è un bene. Troppo spesso si sottovalutano i gusti popolari, come non fossero importanti, lo sono invece perché è il pubblico che decide la vita  del cinema>>.

Ovviamente a Roma ci saranno anche specifiche e prestigiose giurie di addetti ai lavori, quali quella che assegnerà il Premio TAODUE Camera d’Oro alla migliore opera prima e seconda. Marco Mūller proporrà inoltre al Cda l’assegnazione di alcuni premi del Festival e della Fondazione: il Marc’Aurelio alla Carriera, per celebrare l’opera di un maestro dell’arte cinematografica; il Maverick Director Award, destinato a quei cineasti che hanno sempre operato “fuori dagli schemi”; i Marc’Aurelio Acting Awards, rivolti agli attori e alle attrici che hanno portato ai massimi livelli la tecnica della recitazione; il Marc’Aurelio del Futuro, che segnalerà l’importanza globale di un giovane regista.

Condividi sui social

Articoli correlati