RomaFF16. I classici. Da non mancare “Bonnie and Clyde” di Arthur Penn (1967)

E’ certamente il film più noto di Arthur Penn, il regista americano scomparso nel 2010 a 88 anni, che nella retrospettiva dei classici allestita dalla Festa del Cinema di Roma alla Casa del Cinema di Villa Borghese, fa indubbiamente la parte del leone nei titoli in cartellone, dal 15 al 19 ottobre. Da non mancare.

Anche qui un cast di prim’ordine: Warren Beatty e Faye Dunaway nei ruoli dei protagonisti, Gene Hackman, Gene Wilder e Estelle Parsons fra i comprimari. Nell’America degli anni Trenta, un giovane ladro di automobili e una cameriera si mettono insieme ad altri compari per darsi disinvoltamente alle rapine in banca. In breve Bonnie and Clyde diventano un’imprendibile banda criminale. La coppia è popolarissima, parte dell’opinione pubblica ammira le sue imprese e gioisce ogni volta che i due sfuggono alla cattura da parte della polizia. 

 Bonnie & Clyde (il film è uscito in Italia con il bel titolo originale cambiato nel generico Gangster story) diventano un marchio diciamo così di qualità: oggi li chiameremmo influencer, ai due si ispirò la moda di quegli anni, un certo modo di fare cinema con grande concessione alla violenza, qualche simpatia di troppo per il ribellismo giovanile. 

Il film ha avuto due Oscar (per la fotografia e per la caratterista Estelle Parsons). In verità si era aggiudicato addirittura undici nomination, ma l’Accademia a non se la sentì di premiare con la statuetta una storia che era piaciuta poco ai benpensanti dell’epoca. Comunque, la Dunaway valorizzata al massimo da una regia decisamente femminista, ha trovato nel film un trampolino di lancio di cui deve essere stata grata ad Arthur Penn. Se non l’ha fatto, vuol dire che la tesi di una Hollywood ingrata non è preconcetta.

Proiezione sabato 16 alle ore 20,30 

alla Casa del Cinema 

Largo Marcello Mastrianni 1 ( Villa Borghese)   

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