La camera azzurra. Un capolavoro di Simenon da portare in vacanza. Recensione

SAINT JUSTIN DU LOUP – “La camera azzurra” è un capolavoro di circa centocinquanta pagine scritto da George Simenon in brevissimo tempo: tra l’aprile e il maggio del 1963.

Un romanzo che rapisce il lettore e pone il suo autore, a lungo considerato unicamente scrittore popolare di noir, tra i grandi pubblicati dalla più importante collana letteraria del mondo, La Pleiade.  Riadattato numerose volte per il cinema e la televisione, senza timore di sbagliare consiglio di mettere questo testo in valigia a chi parte per le vacanze. 

“La camera azzurra” narra di Tony Falcone, venditore e riparatore di macchine agricole a Saint Justin du Loup nella regione di Poitiers, inviso ai francesi perché immigrato di origine italiana, sposato e con una figlia piccola, invischiato in una tempestosa relazione segreta con la passionale Andrée che incontra ogni giovedì in un albergo, nel quale affitta a ore una “camera azzurra”. Da subito siamo tra le lenzuola dei due amanti, seguiamo i loro dialoghi sospesi, le mezze frasi emotive e misteriose, elementi che portano a un viaggio dentro la psicologia dei protagonisti, attorno a cui ruotano personaggi della provincia retriva e bigotta: droghieri, avventori di caffè, poliziotti, giudici, avvocati. 

Il fulcro della storia è la passione ossessiva della donna per Tony Falcone, bello e amato fin dai banchi di scuola. Tony si lascerà sedurre, ricambiando solo in parte i sentimenti dell’altra, anzi a un certo punto – allertato da una sensazione inconscia di pericolo per l’esagerata frenesia di lei – matura l’intenzione di porre fine a quella relazione. Simenon indaga sugli effetti devastanti che può avere un amore extraconiugale inspiegabile e famelico, ritrae alla perfezione un microcosmo in cui l’infelicità dei personaggi cerca sfogo in spazi angusti e occultati, una stanza-quadrato contro il mondo. Narratore straordinario, attraverso dialoghi che tornano come refrains, semina sospetti, anticipazioni, deduzioni, che ci carpiscono fino alla fine. La quale, a sua volta, terminerà con uno sguardo imprevisto, che farà riflettere sull’ambiguità dell’amore e del delitto.

George Simenon

La camera azzurra

Pag 153

Adelphi editore 2015

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