L’Erudita. “Schegge – di sogni, d’amore e distanza”, poesie di Francesca Ferri

Francesca Ferri, giovane giornalista professionista, debutta nella poesia con “Schegge – di sogni, d’amore e distanza”, pubblicato da L’erudita, pp. 62, 15€.

Sono liriche che con parole di smalto raccontano sentimenti forti, trasmettono la trasformazione che persino una città bellissima come Parigi può subire se l’essere amato è lontano, perché calore, bellezza, vita sono emozioni imprescindibili dalla comunione di due esseri. La poesia per Francesca Ferri si trasforma in mezzo per ristabilire una presenza, un dialogo immaginario, un’occasione per raccontare la sua “ville lumiére” a chi si ama ricreando la prossimità platonica.

L’ autrice descrive così il suo percorso: “Un continuo viaggio di andata e ritorno tra Potenza e Parigi ha dato vita a queste schegge di parole che chiedevano di essere scritte. Parole di porcellana sorgevano impetuose nei caffè, nei metrò, nelle strade di Parigi implorandomi di scriverle prima che l’oblio me le rubasse. (…) Bagnate di sale e sole della mia Basilicata, le parole brillano della magia di Parigi e vivono di sogni, fantasie e ricordi tra le isole della mia vita. Equilibriste sulla sottile linea di confine tra realtà e immaginazione, le parole si fanno schegge di una surreale poesia del quotidiano. (…)Sono frammenti di pensieri, di emozioni, di visioni che raccontano di due amanti lontani che solo la scrittura può riavvicinare”

L’amore non disgiunto dai luoghi del cuore, la Basilicata sua terra Natale e la nuova scintillante esperienza nella capitale francese, l’accompagnano in un percorso di formazione, dove le piccole cose quotidiane, schegge di sogni e desideri, sono la conquista di un equilibrio non facile a farsi. Particolarmente bella la poesia “Roma” perché rispecchia un periodo della giovinezza, universalmente sperimentato, in cui si è crisalidi in attesa di completamento, alla ricerca di una propria identità: il luogo dell’anima.

Roma

Affittuaria

di una vita che mi passa davanti,

di una casa che non mi rispecchia,

di un tempo provvisorio

che mi scivola tra le mani.

Estranea

alla babele della città,

io vado,

cieca nelle vie di Roma,

alla ricerca dell’altra me

rimasta a Parigi.

Al jardin du Luxembourg giace,

silenziosa,

in attesa di rinascere.

 

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