Storie vere di cani veri . “Aria, che all’ora d’aria preferisce stare a casa”

Quando anche da noi, in occidente, ha cominciato ad imperversare la pandemia nata in Cina, fra i provvedimenti di emergenza presi dalle autorità governative quello che più di altri ha incontrato l’ostilità dei cittadini riguardava i cani.

“D’accordo che per ostacolare la diffusione del virus dobbiamo stare chiusi in casa – un coro di proteste si è diffuso ovunque – ma i nostri poveri cani che colpa ne hanno? E come possiamo portarli fuori per i loro bisogni?” Le ragioni dei proprietari di cani, soprattutto nelle grandi città, sono subito apparse inoppugnabili. E il governo è corso ai ripari: un nuovo decreto ha stabilito le modalità per la passeggiata quotidiana degli amati “quattrozampe”: non più di tre o quattro volte nell’arco delle 24 ore, entro un raggio non troppo ampio intorno all’ abitazione, permesse le visite periodiche dal veterinario. 

Subito non sono mancati i “furbetti del guinzaglino”, quei proprietari di cani che si sono fatti sorprendere, dalle forze dell’ordine, ad alcuni chilometri da casa dove erano arrivati in macchina. La scusa: “Sa, lui è abituato a viaggiare per un po’ prima di farla!”. Oppure, lo stesso cane è stato sorpreso dai vigili urbani a spasso più volte al giorno e con padroni diversi: in tanti, i componenti della famiglia ma anche amici o vicini di casa, si erano offerti di portarlo a spasso solo per procurarsi un alibi e uscire a loro volta. Ci sono stati casi di cani sedentari che a sera apparivano stremati dalle troppe continue uscite alle quali non erano abituati e che alla fine erano diventate faticose e non più gradite. Uscì sui giornali di un tizio che davanti ad un condominio aveva legato il proprio cane con il cartello “Affittasi” e il tariffario: “Giro palazzo 15 euro, pipì veloce 7, passeggiata di un’ora 25 euro. No perditempo”. 

Tutto questo non ha mai riguardato Aria, una lupetta ultra-domestica che alle uscite sembra abbia sempre preferito stare a casa. Il nome sembra indicare il contrario, invece “all’ora d’Aria” il cane sembra non tenere molto. Eppure, i suoi giovani padroni, due professionisti dagli orari di lavoro molto articolati, si prodigano nel farla uscire quanto è necessario, ma la passeggiatina è sempre breve, circoscritta al perimetro del palazzo, senza ulteriori indugi. Ma perché tanto attaccamento alle mura domestiche? “È sempre stata così – spiegano i padroni – fin da piccola. Per farla uscire dobbiamo insistere!”. Incredibile ma vero. Per Aria uscire di casa è una scocciatura: ha paura di tutto, detesta fare le scale del palazzo, ma anche l’ascensore la intimorisce, non le piace il colore delle mattonelle del pianerottolo e ogni volta sembra che stia per scivolare. In genere i cani li vedi felici quando escono di casa e mogi quando devono rientrare. Per Aria è il contrario: quando esce sembra un vitello portato al macello, quando rientra non vede l’ora di rituffarsi nella sua cuccia, un morbido tappeto in un angolo del salotto, dove ritrova il compagno delle sue giornate casalinghe, il gatto Igor che ogni volta le va incontro e sembra chiederle: “Ma dove sei stata?”.

Lui, un ben pasciuto soriano di pelo rosso, di passeggiate non ha bisogno, gli basta il terrazzo con vista su un parco folto di alberi dove tanti uccellini svolazzano allegramente. L’osservazione dei volatili riempie le giornate del gatto. Il suo è un vero birdwatching da intenditore, se potesse prendere appunti scriverebbe un ponderoso trattato sulle piccole cinciallegre o suoi grossi piccioni che animano la scena. E non è escluso che un giorno possa dedicarsi anche a quello. Intanto, passa iltempo a controllare le veloci uscite di Aria e, come ogni gatto che si rispetta, ad alternare brevi pisolini a lunghe dormite. Inutile dire che la convivenza fra i due coabitanti con la coda è perfetta: mai un litigio, una baruffa, uno screzio: lui non le soffia addosso, lei non gli mostra i denti. Quando i padroni sono presenti cane e gatto si dividono equamente le loro coccole, e quando sono soli in casa giocano insieme. Nessuno li ha mai visti ma una pallina rossa che è l’unico giocattolo che possiedono la trovi un giorno qui, un giorno là, sotto il divano, o sul terrazzo, in cucina o in bagno: vuol dire che quando solo soli ci giocano insieme facendola correre per tutta casa. Ma quando tornano i padroni li accolgono con i musi lunghi di chi si è annoiato tutto il giorno, un muto rimprovero per averli lasciati soli. 

Ma neanche allora Aria mostra gran desiderio per la sua “ora d’aria” che ora le spetta addirittura per decreto ministeriale. La ragione di questo comportamento l’hanno scoperta i padroni dopo attenta osservazione dei due soggetti in questione: ad Aria non piace uscire di casa perché non vuole lasciare solo il gatto. “Se venisse anche lui con noi” – sembra dire ogni volta che si vede mettere il guinzaglio per uscire – perché deve restare solo a casa?”. Bello da parte di Aria preoccuparsi di Igor ma provate a dire a un soriano di farsi mettere un guinzaglio e di uscire per la strada per una passeggiata! Non vi farà finire la frase e si ritirerà indignato da tanta impudenza. Questo Aria non lo sa, perché è un cane e ragiona da cane con la generosità che gli riconosciamo, un gatto è diverso, fa sempre di testa sua e a fargli cambiare idea non ci riesce proprio nessuno, inutile insistere. Ha ragione Aria, ma non si deve preoccupare: Igor le vuole bene lo stesso.

Da “20 storie vere di cani veri” di Sandro Marucci, edizioni La Quercia 2021 – 18

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