Marco Motta, autore de “Le foglie del destino”: Alys è la voglia di scoperta che alberga in ognuno di noi

Marco Motta è un ingegnere, dotato di un’incredibile fantasia e grande curiosità: doti che lo hanno trasformato in uno stimato autore di fantasy.

Il suo primo romanzo: “Le foglie del destino; Libro I – La Saga della Druida Bianca” è la prima parte di un’interessante trilogia che racconta la saga della giovane druida Alys nel suo percorso esplorativo per diventare adulta: tra insidie e scoperte memorabili. Ce ne parla direttamente l’autore:

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Cosa rappresenta il personaggio di Alys?

Alys raffigura la voglia di esplorare il mondo che ognuno, almeno una volta nella vita, sente dentro di sé, sia da un punto di vista fisico che da quello spirituale. Alys esce per la prima volta di casa a vent’anni, dimostrando entusiasmo, sete di scoperta, spensieratezza, timore e pura curiosità. Le esperienze che vivrà saranno tutte molto diverse tra loro e le lasceranno tanto dentro, sia in senso positivo che negativo. La sua visione iniziale, infatti, è più ristretta ed è influenzata degli insegnamenti impartitigli dal suo circolo chiuso di sole druide. Tuttavia, le persone in cui si imbatterà e i luoghi in cui giungerà nella sua “Via”, la cambieranno radicalmente. Viaggiare ed esplorare conduce a questo: a un costante rinnovamento del nostro essere, ma solo se siamo aperti e recettivi. La parte inziale della ricerca di Alys è ricca di nuove scoperte che amplieranno la sua visione del mondo: spetterà poi a lei far tesoro di queste esperienze. 

Corrisponde a una persona reale?

È la rappresentazione complessiva di tante sfaccettature diverse appartenute a persone che ho incontrato nella mia vita e a quelle che avrei voluto incontrare. Dopo alcune revisioni del libro, ho appreso, con sorpresa, che una parte di lei costituisce per me, la sorella minore che non ho mai avuto, essendo figlio unico. Averla accompagnata con la scrittura, nella sua esplorazione del mondo e nel suo percorso di crescita scrittura, è ed è stato il gesto di protezione di un fratello maggiore. 

Nel suo percorso di maturazione, Alys deve superare molte minacce, tra cui una guerra tra opposte fazioni, c’è un riferimento sottointeso all’attualità?

Ho concluso la prima stesura de “Le foglie del destino” quasi dieci anni fa: negli anni l’ho riletto e modificato diverse volte. La guerra, l’odio verso i nostri simili, la necessità di prevalere sugli altri e l’estremismo ideologico sono parte del nostro mondo da decenni, se non da sempre. Sicuramente, alcuni aspetti presenti nel libro sono trasposizioni reali del nostro mondo in quelli di Haara e di Calideo. Per questo è importante sottolineare come la natura sia la forza motrice delle vicende di Alys e dei suoi amici: è “la vis” che muove i fili per opporsi alla degenerazione raggiunta su entrambi i pianeti. Lo stesso sta capitando recentemente davanti ai nostri occhi: la natura inizia a dare segnali importanti che stiamo esagerando. 

Un romanzo che rivela una fervida immaginazione: si è ispirato a qualche autore in particolare?

Ho apprezzato svariati testi fantasy, di autori classici e non solo. Nell’ultimo periodo ho letto i romanzi di Sapkowski (“The Witcher” ), di Sara J.Mass ( “Saga del trono di ghiaccio”), ma i miei prediletti – quelli che mi hanno introdotto al fantasy – sono i cicli di “Dragonlance” di Weis e Hickman. Non esiste, dunque, un solo libro che mi ha ispirato: ritengo che alcuni abbiano fatto germogliare in me il seme di un’idea, di una storia, che poi ho riadattato in “Le Foglie del Destino”. Ho tratto ispirazione anche da altri generi, più “aulici” che ho trasposto in molti aspetti de “La Saga della Druida Bianca”: saggi sulla meditazione, sul buddhismo e sul pensiero positivo. Questo mio lato, più incline alla filosofia orientale, è molto presente nelle vicende e nella crescita di Alys. 

Crede, dunque, come si evince da queste pagine, a una vita dopo la morte?

Credo che tutto sia ciclico. La natura lo è e noi ne facciamo parte e reputo che anche la vita e la morte siano parte dello stesso corso. 

A che punto procede la realizzazione del seguito?

“La Saga della Druida Bianca” è una classica trilogia fantasy. Sono rimasto conforme allo standard classico, come in “Dragonlance” che è suddiviso in trilogie: le vicende di Alys termineranno alla fine del terzo libro. Questo fa intuire che non ho solo scritto il seguito de “Le Foglie del Destino”, ma anche il terzo volume della saga. Tutti e tre i libri rappresentano un’emozionante viaggio di esplorazione dei pianeti Haara e Calideo e del percorso di maturazione di Alys: da ragazza a donna consapevole. Ma non è tutto: questo viaggio mostrerà quale sarà il destino futuro dei due pianeti, non solo quello di Alys. 

Come si definirebbe con un aggettivo?

Risponderò di pancia: consapevole. 

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