Depeche Mode, ecco l’elettro-pop

Nel 1986 la definitiva consacrazione con l’album “Black Celebration”

Il pop elettronico inglese

Negli edonistici e tumultuosi anni ’80 in Gran Bretagna si afferma il movimento musicale New Romantic che trae ispirazione dalla new wave con la novità di un impiego massiccio delle tastiere, sintetizzatori polifonici e batterie elettroniche. Fra i tanti gruppi che cercano la strada della celebrità ci sono anche i Depeche Mode che, nel corso dei loro 34 anni di carriera, hanno venduto circa cento milioni di dischi in tutto il mondo. 

Il gruppo si forma a Basildon (una città a 43 chilometri da Londra) grazie all’iniziativa di Dave Grahan, Martin Lee Gore e Andy Fletcher. Nel corso degli anni altri musicisti si sono avvicendati all’interno di una delle band più originali del panorama europeo.

I Depeche Mode si sono affermati sulla scena synth-pop inglese all’inizio degli anni ’80 e la loro fama si è protratta ed accresciuta album dopo album. Attraverso una proficua carriera trentennale, hanno abbracciato più di un genere musicale, con larghe concessioni al pop rock e alla New wave, specie nella seconda fase, e una massiccia incursione nella dance alternativa, fino a diventare il gruppo synth-pop di maggior successo nella storia della musica elettronica, ed una delle band più influenti degli ultimi trent’anni. La nota rivista musicale britannica “Q” li ha definiti “la band elettronica più popolare e longeva che il mondo abbia mai conosciuto”, e Rolling Stone “la quintessenza della musica elettronica degli anni 80”.

Il primo album, “Speak & Spell” fu pubblicato nel 1981 ed ebbe un buon successo di vendite aggiudicandosi il disco d’oro in Gran Bretagna e in Germania. “Broken frame” del 1982 bissò il successo del precedente soprattutto nelle classifiche europee. Seguirono “Construction time again” (1983) e “Some Great Reward” (1984), in cui il gruppo cercò di affermarsi nel difficile mercato statunitense. Con “Black Celebration” i Depeche Mode raggiunsero la completa maturità artistica, compositiva e una padronanza assoluta della strumentazione elettronica.

“Black Celebration”, l’apice dei Depeche Mode

Dopo sei anni di attività professionale e quattro album di successo, i Depeche Mode cercarono ulteriormente di migliorare il suono e di dare un’atmosfera più cupa e drammatica nelle loro composizioni. Per incidere il nuovo disco la formazione della band è composta da Dave Gahan voce e campionamenti, Martin Lee Gore chitarre e campionamenti, Andy Fletcher campionamenti, Alan Wilder sintetizzatori, campionamenti, pianoforte e batteria elettronica.

Gli undici brani furono composti tra il novembre del 1985 il gennaio del 1986 con la produzione di Gareth Jones, Daniel Miller e degli stessi Depeche Mode negli studi di registrazione Westside e Genetic di Londra e Hansa Mischraum di Berlino.

Il chitarrista-tastierista Martin Lee Gore si confermò come il maggior compositore, firmando quasi tutti i brani del disco. Rispetto ai dischi precedenti si nota una maggiore cura negli arrangiamenti delle tastiere elettroniche, della voce di Dave Gahan e dei cori. Grande importanza viene data anche ad uno strumento acustico come il pianoforte. Le spiccate tonalità dark sono l’evoluzione del lavoro di Alan Wilder, perciò l’album si presenta come un seguito degli album “Construction Time Again” e “Some Great Reward”. “Black Celebration” è considerato da gran parte della critica specializzata come uno degli album più influenti degli anni ’80. L’uso raffinato e creativo delle tastiere elettroniche si sposa perfettamente con le voci di tutti i componenti della band che evidenzia in David Sylvian e nei Kraftwerk i loro punti di riferimento musicale. I Depeche Mode impiegano con intelligenza vecchi sintetizzatori analogici con l’Arp 2600 insieme alle novità dell’epoca come lo straordinario Oberheim Obx e il Roland Jupiter 8 per creare le loro composizioni ricche di sfumature malinconiche e decadenti.

“Black Celebration” viene pubblicato il 17 marzo del 1986 ottenendo un ottimo successo di vendite. Raggiunse il primo posto in Svizzera, il 2° in Germania, il 4° in Gran Bretagna, il 5° in Svezia, il 9° in Italia e il 19° in Francia. L’album ottenne un disco d’oro negli Usa e in Francia, uno di platino in Germania e uno d’argento in Gran Bretagna.

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