Musica: Frank Zappa, l’anarchico del rock

Compositore atipico e camaleontico, chitarrista virtuoso, figura centrale del XX secolo

“Senza deviazione dalla norma, il progresso  non è possibile”  (Frank Zappa)

Genio, sregolatezza e follia

Dopo la sua dipartita improvvisa e inaspettata il rock non fu più lo stesso. Il suo smisurato talento e la sua incredibile prolificità non hanno eguali nella storia della musica del XX secolo. Frank Zappa è un personaggio unico e irripetibile. Parlare di un compositore e di un musicista così complesso ed eclettico come il chitarrista di Baltimora è assai arduo. Nel panorama musicale degli ultimi cinquant’anni occupa un posto di assoluto rilievo per creatività, originalità, provocazione e sberleffo. Zappa è stato uno dei più lucidi e geniali fustigatori della società americana: criticò ferocemente la politica di quasi tutti i presidenti dagli anni ’50 in poi.

La sua musica, quasi sempre ipertecnica, virtuosa e fuori da ogni canone commerciale era la rappresentazione della sua visione anarchica della vita e dell’esistenza. Pur essendo un musicista autodidatta, Frank Zappa, ha sviluppato una tecnica chitarristica eccellente e soprattutto una profonda conoscenza di ogni tipo di musica: dal rock, al blues, al jazz, alla fusion sino all’avanguardia più complessa. I suoi punti di riferimento erano Igor Stravinskij ed Edgar Varese. Era un musicista estremamente perfezionista che scriveva personalmente tutte le complesse partiture per ogni musicista della sua orchestra. Nel corso della sua carriera hanno suonato con lui virtuosi come il violinista Jean Luc Ponty, straordinari batteristi come Terry Bozzio e Vinnie Colaiuta, eccellenti tastieristi come Eddie Jobson, Ian Underwood e George Duke, bassisti come Patrick O’Hearn e chitarristi come Steve Vai e Adrian Belew. Frank Zappa eccelleva anche come produttore e ingegnere del suono; il tutto sempre con l’abilità creativa di un artigiano. La sua morte, avvenuta il 4 dicembre del 1993, ha fermato uno dei compositori più creativi, coraggiosi e intelligenti della storia del rock.

Una carriera stupefacente

Frank Zappa nasce a Baltimora, nel Maryland, il 21 dicembre del 1940, figlio di Francis Zappa (nato Francesco Zappa), un perito industriale italiano originario di Partinico (in provincia di Palermo), e di Rose Marie Zappa (nata Colimore), una casalinga statunitense di origini francesi ed italiane. Dopo un primo approccio con la musica avvenuto con un rullante all’età di 14 anni, il giovane Zappa, completamente catturato dalla chitarra lascia la famiglia e decide di vivere da solo. Il suo primo album solista è “Freak out” del 1966. Tre anni dopo con “Hot Rats”, pubblica il suo primo capolavoro, magistrale fusione tra rock, blues e jazz. Nonostante la sua totale avversione al sistema e all’industria discografica, è riuscito a produrre una quantità smisurata di dischi nel corso della sua carriera. Dal 1966 al 1993 ha composto ben 62 album, che arrivano a 99 con i dischi postumi più 13 compilation. 

Zappa fu perennemente in bilico tra il rock il jazz, il teatro dell’assurdo e la ricerca musicale più avanzata. Passando e ripassando all’infinito sulle molteplici linee di congiunzione di tutti i generi musicali, egli trasmette la sensazione di una purissima anarchia musicale non scevra da influssi classici e romantici. È di fatto riconosciuto come uno dei maggiori compositori contemporanei. I suoi principali riferimenti musicali erano Igor Stravinskij, Edgar Varèse, Olivier Messiaen e, prima che fosse di moda, la world music; era attratto dal canto a tenore sardo, dalla musica classica indiana in stile dhrupad, Ravi Shankar e la musica bulgara. Per lui la distinzione tra musica pop e musica seria non aveva alcun significato: “All’idea che il compositore crede di aver attinto qualche cosa di artistico corrisponde il fatto che quella musica non offre gran che a chi ascolta. Io ho un altro atteggiamento: anche se la maggior parte della gente non ama quello che faccio, quelli a cui piace si divertono; non la consumano perché è arte, ma perché ci provano gusto” disse in un’intervista. 

Frank Zappa ha più volte ribadito che concepiva la musica come ‘decorazione del tempo’, una creazione barocca da costruire con le proprie mani, divertente e libera da schemi prestabiliti, basata sull’atonalità e sul ritmo (poliritmie, tempi dispari, addirittura ritmi irrazionali e casuali). 

Di sicura nessuno dopo di lui è mai riuscito a proseguire la sua opera e il suo modo di intendere la musica e la vita.

Discografia consigliata:

1967 Absolutely free

1969 Hot Rats

1971 Zappa’s 200 motels

1974 Apostrophe

1976 Zoot Allures

1978 Live in New York

1979 Joe’s Garage

1981 Shut up ’n play yer guitar

1984 Them or us

1991 Make a jazz noise here

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