Musica: con “Second’s out”, i Genesis chiudono un capitolo…

Quarant’anni fa il celebre gruppo inglese pubblicò il secondo live della sua carriera che suggellò la fine del periodo ‘progressive’

Progressive addio…

Esattamente quattro decenni fa il gruppo inglese dei Genesis, orfano da due anni del cantante Peter Gabriel pubblicò il suo secondo live intitolato “Second’s out” che nel gergo della boxe sta a significare l’uscita dal ring dei secondi dei pugili prima dell’inizio del round. In questo doppio album elegantemente confenzionato con una copertina ricca di foto della band nei concerti del 1976 e del 1977 per il lancio di “A trick of the tail” e “Wind and wuthering”, la band britannica annunciava senza troppi clamori la fine del periodo ‘progressive’ (quello degli album migliori con Peter Gabriel) e soprattutto dopo la dipartita del chitarrista Steve Hackett (ottobre 1977), lasciava pian piano il ruolo di leadership dal tastierista Tony Banks al neocantante Phil Collins. Con “And then there were three..” (1978) e più marcatamente con “Duke” (1980) i Genesis di Collins cambiarono decisamente pelle. Si lasciarono alle spalle il decennio degli anni ’70 per intraprendere un percorso musicale e stilistico più semplice, più immediato e incentrato sulla forma canzone. Questo drastico cambiamento lasciò l’amaro in bocca ai fans più conservatori ma aumentò in maniera esponenziale l’audience dei Genesis in tutto il mondo. Negli anni ’80 il gruppo inglese dominò le classiche mondiali, cosa impensabile nel decennio precedente.

Il doppio live “Second’s out” è una sorta di celebrazione del periodo Gabriel e della breve fase di transizione in cui Tony Banks tentò di prendere le redini musicali della band. Il suo carattere schivo, la sua evidente timidezza venne però ‘travolta’ dal carattere esplosivo ed espansivo del nuovo frontman Phil Collins che in un paio di anni trasformò completamente le fondamenta musicali dei Genesis: aboliti i brani lunghi, eliminati i complessi e raffinati arrangiamenti. Anche a livello strumentale Collins impose diffusamente l’uso della batteria elettronica e convinse Tony Banks a mutare drasticamente il sound delle sue tastiere: via l’antiquato Mellotron e l’organo hammond, che furono sostituiti da sintetizzatori polifonici come il Polymoog e il CS-80 della Yamaha e dal piano digitale CP-80 sempre della Yamaha.

In Second’s out i Genesis riproposero le memorabili composizioni dell’era Gabriel come la suite “Supper’s ready” da Foxtrot (1972), la parte finale di “The Musical box” da “Nursey Cryme (1971), “Firth of fifth”, “I know what I like” e “Cinema show” da “Selling England by the pound” ed infine “The lamb lies down on Broadway” e “The carpet crowl”dall’omonimo doppio album del 1974. Da “Wind and Wuthering” è inserita “Afterglow”, mentre da “A trick of the tail” ci sono “Dance on a volcano”, “Los Endos”, “Squonk” e “Robbery, assault & Buttery”. Nel disco la batteria di Bill Bruford è presente solo nel lungo brano “Cinema show”, il resto delle parti di batteria sono suonate da Chester Thompson.

L’era di Phil Collins

Con l’avvento di Phil Collins alla voce solista con l’album “A trick of the tail” fu reclutato il raffinato ed eclettico batterista Bill Bruford che suonò per tour mondiale nel 1976. Per il lancio di “Wind and wuthering” pubblicato nel dicembre del 1976 fu chiamato l’eccellente batterista jazz statunitense Chester Thompson che aveva militato nei Weather Report e in alcuni dischi di Frank Zappa. Intanto tra il 1975 e il 1976 il chitarrista Steve Hackett aveva più volte manifestato il suo disagio all’interno della band. Le sue composizioni venivano quasi sempre escluse in quanto troppo legate al passato. Durante la registrazione di “Wind and Wuthering” (settembre e ottobre 1976), il chitarrista propose un lungo brano strumentale “Please don’t touch” che venne però bocciato dagli altri tre componenti della band. Steve Hackett attese la pubblicazione di “Second’s out” (ottobre 1977) e annunciò il suo abbandono dai Genesis. “Second’s out” fu un buon successo in tutto il mondo: raggiunse il quarto posto in Gran Bretagna ed entrò nelle top ten in quasi tutti i paesi europei. I più attenti fans del gruppo inglese intuirono però che con questo elegante doppio album, i Genesis avevano definitivamente chiuso il capitolo dell’era progressive….

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