One Direction. Backstage di una love story

NEW YORK – Taylor Swift, classe 1989,  attrice e cantautrice statunitense  è stata descritta dal New York Times: «il personaggio più dotato di senso pratico della scena country e più in contatto con la propria vita interiore rispetto alla maggior parte degli adulti».

Cioè Taylor, in parole semplici, non sarebbe un’ingenua, ciò che fa è a ragion veduta. Ad Harry Styles, famosissimo One Direction, classe 1994, è stato cucito addosso, grazie alla sua avvenenza, l’abito del rubacuori: il gossip dice che ama le donne più grandi, che trova le italiane bellissime, che tra i suoi sogni c’è lo  sposarsi con una di un altro pianeta.

Sono una principessa e un principe azzurro, giovani, belli e ricchi, personaggi di una fiaba  vera solo un po’. La fantasia contribuisce ad avvalorare quel gossip che abbonda perché piace. Li hanno visti insieme al Central Park di New York, mentre Taylor teneva in braccio la piccolissima figlia del suo parrucchiere. I cronisti si sono affrettati a definire la passeggiata “romantica”. Si dice che la Swift con Harry voglia dimenticare Conor, rampollo dei Kennedy,  con cui l’estate scorsa  avrebbe  avuto una love story.  Chiodo altolocato schiaccia chiodo di rango.

Mentre i tabloid dibattono se tra i due ci sia una relazione seria o solo una cotta, dicono che Taylor abbia un debole per gli uomini pericolosi.  Ama l’ebbrezza del rischio che a quanto pare – visto lo spopolare di saghe di vampiri e masochismo in cinquanta sfumature –  piace senz’altro a molte sue coetanee.

Il Mirror riferisce che gli One vorrebbero sul palco, al concerto del Madison Square Garden,  le fidanzate per  una sorta di ufficializzazione.  Dicono che Harry avrebbe invitato Taylor Swift.  Dicono che lei non si fidi, che teme un rapporto poco serio. Stasera Taylor Swift sarà ospite d’onore al gala del Robert F. Kennedy Center for Justice & Human Rights.  Lo scopo è quello di raccogliere fondi per garantire il lavoro del  RFK Center, nell’ambito della salvaguardia dei diritti umani e della giustizia sociale.  Ancora Kennedy. Qualcuno ci farà dietrologia?

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