Elisabetta e il regno dell’immortalità

ROMA – È arrivata a novant’anni e se li porta benissimo, gode di una salute di ferro ed è ancora straordinariamente lucida e combattiva: stiamo parlando di Elisabetta II d’Inghilterra, regina dal 6 febbraio 1952 e capace di battere persino il record di longevità di regno dell’intramontabile regina Vittoria (1837-1901)?

Ma cosa rappresenta Elisabetta per i sudditi del Regno Unito? Qual è oggi il suo ruolo, in un Paese in costante evoluzione e alle prese con una crisi d’identità senza precedenti che lo condurrà, il prossimo 23 giugno, a votare per un referendum che sancirà la sua permanenza o meno nell’Unione Europea? Di sicuro, malgrado la non spiccata simpatia, è una guida e un punto di riferimento; di sicuro è un simbolo, i cui lati positivi superano senz’altro quelli negativi; di sicuro gli inglesi non hanno mai finito di apprezzare il gesto di suo padre, re Giorgio VI, il quale non si sognò nemmeno di abbandonare la Patria nei giorni in cui su Londra piovevano le bombe dei tedeschi; di sicuro il suo attivismo nel corso del secondo conflitto mondiale le è valso un’aura di eroismo ai limiti dell’epica che ha indotto anche i più scettici a perdonarle la sua apparente freddezza; di sicuro incarna la britannicità meglio di chiunque altro, al punto che, in occasione della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Londra, è finita persino in una memorabile scena con l’attuale 007; di sicuro, infine, è una donna colta ed esperta delle cose del mondo, se non altro in virtù delle sue innumerevoli conoscenze e dei suoi infiniti rapporti politici e diplomatici, maturati in oltre sei decenni di regno.
Non se ne conoscono bene le idee politiche: si dice che sia conservatrice ma che, al tempo stesso, non avesse un buon rapporto con la Thatcher; non è tipa da immischiarsi nelle faccende di bassa cucina ma quando è necessario far sentire la propria voce non si tira certo indietro; non rilascia interviste ma è comunque entrata nel cuore degli inglesi e di tutti gli abitanti del Commonwealth, riuscendo a farsi apprezzare anche a dispetto di una riservatezza e di una scarsa attitudine all’ironia e al sorriso che inducono i più a percepirla come una figura eccessivamente dura e scostante.
Cinque anni fa, in occasione delle nozze dell’adorato nipote William con Kate Middleton, non furono pochi gli osservatori a segnalare la possibilità di un’abdicazione del padre Carlo e della consorte Camilla (mai stimata da Elisabetta) in favore del figlio, se non altro per restituire alla monarchia un’immagine giovane, fresca e solida. Non sappiamo se avverrà: Elisabetta, tradizionalista com’è, non ha alcuna intenzione di abdicare e non ci sembra certo il caso di tracciare ipotesi circa la sua fine nel giorno in cui in tutto il mondo si celebra il suo prestigioso anniversario.
Ciò che è sicuro è che in un contesto come quello odierno, con un governo traballante e costantemente sfidato dal populismo arrembante di Farage e una sinistra che, al netto del buon lavoro di Corbyn, non riesce a prendere una posizione chiara e decisa su questioni di primaria importanza come, per l’appunto, il referendum di fine giugno, Elisabetta è chiamata, ancora una volta, a fornire un senso di stabilità e di compattezza, salvaguardando la dignità e il ruolo della Nazione agli occhi del mondo.
Anche per questo è rispettata e stimata; anche per questo, nonostante la lunghezza di un regno che avrebbe estenuato chiunque, è tuttora considerata l’interlocutrice principale di qualunque uomo politico di primo piano che metta piede nel Regno Unito.
Piaccia o non piaccia, le si sia perdonato o meno l’atteggiamento più che discutibile tenuto nei confronti di Lady Diana, la si consideri o meno un esempio da seguire, non c’è dubbio che, mai come in questo momento, i destini della sovrana e quelli del Paese siano inscindibilmente legati, non essendovi una politica autorevole e in grado di assumersi le proprie responsabilità.
Un compito gravoso, specie per una donna di quell’età, ma al tempo stesso un grande onore e un impegno che la sovrana ha assunto senza batter ciglio, caricandosi sulle spalle il peso di una storia che appartiene ormai alla leggenda, che è destinata all’immortalità, in cui ogni giorno è, al tempo stesso, presente e futuro, in cui il passato è un faro che illumina il cammino nonché l’ultima àncora cui aggrapparsi per poter sperare di avere ancora una centralità in un mondo globale e irrispettoso di ogni tradizione.
Buon compleanno queen Elizabeth!

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