The Young Pope, presentata la serie TV firmata Sorrentino

ROMA – Quello che viene da chiedersi quando un regista premio Oscar come Paolo Sorrentino si dedica a una serie tv è se rimarrà fedele allo stile del suo cinema o se si lascerà andare ai canoni della fiction pronta per diventare cofanetti multi stagione.

Questo dubbio Sorrentino lo toglie subito: “Per me The Young Pope è un film lungo 10 ore”. Le prime due puntate sulla storia di Lenny Belardo (Jude Law), misterioso e contraddittorio Papa americano eletto a soli 47 anni, il più giovane di sempre, saranno trasmesse in Italia il 21 ottobre su Sky Atlantic HD e Sky Cinema 1. Una “serie monumentale”, per definizione del regista, frutto di tre anni di lavoro e di “dedizione e sacrificio non comuni”. 

Suoi prima di tutto, perché è nella mente di Sorrentino che il progetto ha preso forma in maniera così chiara che nulla nella sceneggiatura è lasciato al caso. Lo stesso rigore estetico dei suoi film si vuole portare in ogni scena di ogni puntata. “ È stata una opportunità meravigliosa perché attraverso la tv ho avuto l’occasione di fare qualcosa che non c’è più, un cinema d’autore poderoso e lunghissimo – spiega durante la presentazione alla stampa a Roma –Si sta ripristinando una sana dialettica tra autori e produttori. Mi è stata data libertà creativa ma soprattutto disponibilità economica”.

Prodotta da Sky, Hbo e Canal Plus con budget di 40 milioni di euro, 10 a puntata, provenienti per l’80% dall’estero ma spesi soprattutto in Italia, la serie è stata già venduta in 110 Paesi. Si tratta di una cifra in linea con le grandi fiction americane – spiega Andrea Scrosati, executive vice president di Sky Italia- Ogni anno gli Stati Uniti producono quasi 450 serie, quando produciamo qualcosa noi vogliamo che faccia la differenza”. 

Il cast, oltre al protagonista Jude Law, include Diane Keaton, Silvio Orlando, Scott Shepherd, Cécile de France, Javier Cámara, Ludivine Sagnier, Toni Bertorelli e James Cromwell. Ogni ruolo è stato delineato con uguale precisione nella sceneggiatura perché anche una sola comparsa sbagliata avrebbe potuto alterare l’armonia del disegno che Sorrentino aveva in mente. Anche sulla lingua è stato fatto un lavoro specifico al punto che il regista ha espressamente consigliato di vedere le puntate nella versione originale in inglese. La gestualità del Papa Belardo è invece ispirata a Pio XII.

Nel backstage della serie, presentato all’incontro al cinema Moderno di Roma, si vedono molte scene in cui Law suggerisce movimenti e intenzioni del suo personaggio a Sorrentino: “Ho iniziato studiando le vite di tanti pontefici e come i loro pontificati abbiano influenzato il Vaticano. Ma poi ho capito che non era lì la risposta, che dovevo invece entrare nel mondo di Paolo”. 

Un personaggio pieno di contraddizioni, quello dell’immaginario Pio XIII, italoamericano, abbandonato dai genitori in un convento quando era piccolo, diventato poi il Papa più giovane della storia a soli 47 anni. Imperscrutabile e misterioso, fa colazione con la Coca Cola alla ciliegia e ha un culto dell’immagine molto particolare. “L’artista più famoso al mondo? Banksy. Lo scrittore? Salinger. Il gruppo di musica elettronica? I Daft Punk” dice ai suoi collaboratori quando espone la sua teoria della necessità di un Pontefice che non si mostri ai fedeli. “L’oggi è caratterizzato dalla perdita totale del mistero e pensiamo che svelare noi stessi sia indispensabile, ma non è detto che sia così” spiega Sorrentino.

 “Potremmo immaginare questo The Young Pope come il successore di Francesco? “Chi lo sa? – risponde il regista – Lenny è una possibilità aperta davanti al cattolicesimo. Un improvviso bisogno di durezza che pensa davvero di rispondere così alle sfide della modernità. Lenny è il germe di un fondamentalismo cattolico che noi escludiamo a priori, come 50 anni fa avremmo escluso il fondamentalismo islamico”. 

Cosa c’è dentro le mura , nei corridoi, nelle grandi stanze Vaticane, non potremo mai veramente saperlo ed è forse per questo che tante volte cinema e tv hanno provato a immaginarlo. The Young Pope è una risposta affascinante perché verosimile e anche quelli che sembrano “eccessi” non sono poi troppo distanti dalla realtà (Cécile de France interpreta la responsabile del marketing del Vaticano e alla domanda su come si fosse preparata al personaggio ha risposto che proprio durante le riprese era scoppiato il caso di “una certa Francesca Chaouqui”). A chi dopo i primi due episodi accusa la serie di essere provocatoria Paolo Sorrentino dice: “Vi assicuro che non è così perché io già so come va a finire”. E intanto sta scrivendo la seconda stagione… 

The Young Pope – Trailer

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