“Veena” la colonna vertebrale

In India la colonna vertebrale viene paragonata a un liuto o “veena” proprio perché le 33 vertebre e le terminazioni nervose possono essere accordate  come uno strumento musicale.

Lo yoga aiuta la nostra colonna a vibrare in termini di salute, elasticità, equilibrio ed è  facile comprendere come il  suo benessere  sia fondamentale per l’armonia di tutto il corpo. Visto che tutto parte dalle colonna, il nostro corpo si muove  grazie ad essa, ed è come un collegamento fra due estremi, la terra e il cielo e, quindi, deve essere sempre ben allungata ed elastica per far scorrere l’energia ed evitare quei blocchi che possono portare a discopatie di vario genere, artrosi cervicale, sciatalgie e così via.

Durante una lezione di yoga il lavoro sulla colonna é il punto di partenza per andare dal centro  verso le estremità , perché  é indispensabile evitare una sorta “di reazione a catena” che finirebbe per coinvolgere collo, spalle, braccia, gomiti, polsi e così via. Quando la colonna non è ben allungata e flessibile tutto il nostro corpo ne risente e di sicuro questo comporterà anche una sensazione di mancanza di energia in quanto all’interno della colonna scorre il canale energetico centrale che prende il nome di “sushumna nadi”.

Detto questo è facile immaginare come su una colonna curva e debole l’energia faccia fatica a scorrere e quindi la sensazione di stanchezza, indolenzimento o dolori al collo, spalle e bassa schiena sono la naturale e inevitabile conseguenza.

Diventa, così, fondamentale lavorare per allungare ed elasticizzare per poi occuparsi di rafforzare bene la muscolatura e creare una sorta di protezione da infortuni come il famoso “colpo della strega” o un semplice torcicollo fino ad evitare cose più importanti come, ad esempio, protrusioni ed ernie.

Le pratiche per la schiena sono numerose e vanno dai semplici allungamenti verso l’alto ai piegamenti in avanti come pashimottanasana (la pinza) da seduti o pada hastasana (portare le mani ai piedi) in piedi, trikonasana (piegamento laterale)  e ardha matsyendrasana per la torsione, bujangasana (il cobra), dhanurasana (l’arco) tanto per elencarvi le più conosciute.

In una pratica yoga completa che, per inciso, dura almeno un’ora e trenta, lavoriamo sulla colonna e su tutto il corpo con il preciso intento di restituire una sensazione di armonia, di completezza di movimento accompagnato da una respiro consapevole, un respiro che permetta il fluire indisturbato di energia lungo tutto il corpo, nei tessuti, nella mente per avere alla fine una sensazione di leggerezza e di pace.

Nel tempo impareremo a non sentire più il nostro corpo come un limite, ma lo vivremo come un mezzo per far sì che l’energia scorra armoniosa, per sentirlo vibrare come uno strumento che emette un suono dolcissimo e che ci trasmette davvero una sensazione di benessere: allora la nostra colonna ci sarà grata e sempre di meno sentiremo il peso dello stress fisico e mentale depositarsi sul nostro corpo e nella nostra mente.

Allora perché non iniziare con un semplice esercizio giornaliero che ci conduca , attraverso la consapevolezza del  corpo e del  respiro ad un atteggiamento positivo e ad un primo passo verso un miglioramento della salute della nostra colonna:

provate, camminando, ad immaginare una corda attaccata alla sommità della vostra testa che continuamente vi tira verso l’alto. Subito osserverete un cambiamento nella postura, un’apertura di petto e spalle, un atteggiamento più positivo verso la vita e se poi ci aggiungerete un sorriso e un bel respiro profondo vi accorgerete che in fondo non ci vuole molto per sentirsi meglio, più carichi e, magari, anche più predisposti a trovare un po’ di spazio per la pratica yoga in una giornata densa e piena di impegni. Consiglio spassionato !

A presto !

Om

Sara

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