I soldi della droga e il sistema bancario ombra

ROMA – Con l’affaire Libor-Euribor stanno emergendo le “frodi sistemiche” con cui le grandi banche, quelle  “too big to fail”, insieme con il loro “settore ombra”, hanno stravolto la finanza e l’economia globale. Riteniamo che sia giunto il momento di indagare anche sui rapporti tra i circuiti del sistema bancario internazionale ed il crimine organizzato.

L’ultimo rapporto dell’UNODC, l’Ufficio dell’ONU sulla droga ed il crimine, stima che nel 2009 il turnover annuale delle attività del crimine organizzato transnazionale, come il traffico della droga e degli esseri umani, la falsificazione dei prodotti ed il commercio illegale delle armi, sia intorno agli 870 miliardi di dollari. Probabilmente il dato è di molto sottostimato.

In ogni caso si tratta dell’1,5% del Pil mondiale e del 7% di tutto il commercio mondiale di beni. E’ quindi l’equivalente di 6 volte la somma che viene devoluta in aiuti e assistenza allo sviluppo dei paesi poveri ed emergenti.

Ben 320 miliardi vengono dal traffico di droga, eroina, cocaina e altri droghe sintetiche, che purtroppo ha reso schiavi” almeno 27 milioni di persone nel mondo. Il rapporto dice inoltre che nel 2010 circa 230 milioni di adulti hanno usato la droga almeno una volta. Si ricordi che nel 2011 la produzione di oppio è aumentata fino a raggiungere le 7.000 tonnellate. L’Afghanistan ed il Myanmar sono il primo e il secondo produttore di oppio al mondo.

Secondo l’UNODC il traffico di esseri umani avrebbe coinvolto almeno 2,4 milioni di persone, in gran parte per il mercato della prostituzione, con proventi di 32 miliardi di dollari l’anno. Il  ricavo del traffico di migranti ammonterebbe a 7 miliardi di dollari. La contraffazione di prodotti porta nelle casse del crimine ben 250 miliardi di dollari

Sono cifre imponenti che sostituiscono una vera “potenza di fuoco” per chi non si fa scrupolo nell’inquinare i mercati e la finanza e per chi non ha remore nell’impoverire e destabilizzare paesi, magari con il ricorso alla corruzione, al racket  delle estorsioni e alla violenza.

L’UNODOC dice chiaramente che circa il 70% dei questi soldi sporchi viene “lavato” dal sistema finanziario.

Recentemente, in un discorso al Royal Insitute of International Affaire (Chatham House), l’ex capo dell’UNODOC Antonio Maria Costa, ha ricordato che, poco dopo il fallimento della Lehman Brothers, la Wachovia Bank di New York è stata colta con le mani nel sacco in operazioni di riciclaggio di soldi della droga provenienti dal Messico per complessivi 378,4 miliardi di dollari nel periodo 2004-7!

Si rammenti che la succitata banca, in pieno crollo finanziario, nel 2008 fu assorbita dalla Wells Fargo che aveva ricevuto 25 miliardi di dollari di finanziamenti pubblici per operazioni di salvataggio.

E’ chiaro che per fermare i traffici illegali dei cartelli del crimine bisogna seguire le tracce lasciate dal riciclaggio e dal lavaggio dei soldi sporchi.

A tal proposito è opportuno il massimo coordinamento tra gli organismi preposti alla prevenzione e repressione del riciclaggio, come la nostra UIF prevista dalla legge 231 del 2007.

Perciò, secondo noi, oltre alla pulizia dei titoli tossici, le banche devono essere costrette a ripulire i loro bilanci da eventuali attività criminali.

Il professor Costa ha tra l’altro ricordato che, dopo lo scoppio della crisi finanziaria e nel mezzo di una crisi di liquidità, troppe banche si sono aperte al riciclaggio dei soldi rivenienti da attività illecite e criminose.

Il coinvolgimento di certe grandi banche  è evidente nelle indagini del Permanent Subcommittee on Investigations del Senato americano, guidato dal democratico Carl Levin. Esse dimostrano che le filiali internazionali della banca inglese HSBC hanno riciclato i soldi della droga provenienti dal Messico. Si ricordi che la HSBC è anche sotto inchiesta per gli scandali Libor e Euribor.

Le indagini suddette proverebbero che nel biennio 2007-8 la filiale messicana della HSBC avrebbe provveduto al trasporto di 7 miliardi di biglietti verdi alla filiale americana.

Ciò sarebbe stato possibile in quanto la HSBC è una delle 30 banche autorizzate al trasporto fisico dei dollari. Finora un funzionario coinvolto avrebbe ammesso che il 60-70% dei soldi della droga messicana verrebbero “lavati” nel passaggio dal Messico agli Stati Uniti attraverso i “servizi” della HSBC.

Come si evince ancora una volta, l’asse finanziario anglo americano è causa e responsabile non secondario delle distorsioni del sistema bancario.

 

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