Crisi. Crollo dei consumi. Confcommercio: situazione drammatica

ROMA – L’hanno definito il peggio calo dei consumi dal dopoguerra ad oggi. Questo emerge dal rapporto sulle economie territoriali del terziario di mercato presentato quest’oggi da Confcommercio.

Un quadro davvero drammatico in cui i consumi delle famiglie sono scesi del 2,8% nel 2012  e continueranno a peggiorare anche nel 2013. D’altra parte come evidenziato da Confcommercio i cittadini dal 2007 hanno perso il 9,3% del loro reddito, facendo crollare di fatto il loro potere d’acquisto. E non è tutto. Il rapporto mette in evidenza anche il divario tra il reddito procapite degli italiani e quello degli altri Paesi europei. Nel nostro Paese, infatti, si è passati da 1.000 euro in meno nel 2000 a ben 6.000 euro in meno nel 2012.
Sull’argomento è intervenuti Federconsumatori e Adusbef che hanno ribadito la necessità di  interventi urgenti per la crescita e lo sviluppo, così come è indispensabile alleggerire la pressione fiscale che grava sulle famiglie.
“Il dato relativo alla contrazione dei consumi prevista conferma, purtroppo, la gravità della situazione del nostro Paese”, scrvono le due associazioni in un comunicato congiunto.
“Confcommercio rileva che per il 2012 tale contrazione sarà del -2,8% : una percentuale che a nostro avviso è ancora sottostimata e che comunque è una delle drammatiche conseguenze della crisi che sta soffocando le famiglie. Aumenta sempre di più, infatti, il numero dei cittadini che si trovano a dover affrontare crescenti difficoltà economiche, a causa dell’elevato tasso di inflazione (che a luglio si è attestata al 3%) , della gravissima situazione occupazionale (la disoccupazione ha appena toccato la quota record del 10,8%) e della forte perdita di potere d’acquisto. Tali difficoltà – continua la nota – si riflettono inevitabilmente sui consumi: basta pensare che il settore alimentare, l’ultimo ad essere intaccato in tempi di crisi, ha fatto registrare una flessione del 2,5%.
Come ribadiamo da tempo, sono necessari ed urgenti decisi interventi per la crescita e lo sviluppo, così come è indispensabile alleggerire la pressione fiscale che grava sulle famiglie”.
“A questo proposito – dichiarano i presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti – non vogliamo più sentire parlare di aumenti dell’IVA o di qualsiasi altro tipo di tassazione. Un ulteriore incremento delle imposte risulterebbe recessivo e fortemente dannoso e comprometterebbe le possibilità della nostra economia di ripartire”.

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