Crisi. Detassare le famiglie e ripresa degli investimenti per lo sviluppo

Sono queste le misure urgenti e necessarie

ROMA – Finalmente tutti iniziano a concordare sulla necessità di un nuovo ed urgente impulso alla crescita e allo sviluppo. Da anni ribadiamo che, senza una decisa svolta in questa direzione, la reale uscita dalla crisi sarà sempre più lontana e difficile.
Anche il Presidente di Confindustria si è espresso oggi in tal senso, invocando misure tese al rilancio della domanda di mercato e, quindi della produzione.
È ora che anche il Governo si decida ad entrare in quest’ottica. Basta con l’aumento della tassazione e la disposizione di misure depressive per l’economia e per il Paese.
Il bilancio dei conti è importante e necessario, ma per raggiungerlo non si può continuare a gravare unicamente sulle tasche dei cittadini, paralizzando i consumi e la produzione industriale.
Per avviare una ripresa è fondamentale spezzare il pericoloso circolo vizioso sul quale l’economia italiana si sta avvitando ormai da anni. Un vortice fatto di continua contrazione del potere di acquisto delle famiglie (-11,8% dal 2008), diminuzione dei consumi, ricadute sulla produzione e conseguente aumento della disoccupazione, che a sua volta determina un’ulteriore caduta del potere di acquisto, alimentando una spirale depressiva che si aggrava di giorno in giorno.
Come calcolato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nel 2012 la contrazione dei consumi causata dalla pesante diminuzione del potere di acquisto delle famiglie rischia di avvicinarsi al -5%: un dato drammatico che determinerà una contrazione complessiva della spesa di ben 35,5 miliardi di Euro.
Alla luce di questa grave situazione è indispensabile agire immediatamente per reperire risorse da destinare alla ripresa degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca, nonché alla detassazione a favore delle famiglie a reddito fisso (a partire dalla tredicesima). Risorse da ricercare attraverso una maggiore lotta all’evasione fiscale ed agli sprechi, un allentamento del patto di stabilità dei Comuni e una maggiore tassazione su grandi patrimoni, rendite e transazioni finanziarie.

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