Il carrello della spesa costa 686 euro in più. Il governo intervenga

ROMA –  Secondo le stime preliminari rese note oggi dall’Istat, l’inflazione a settembre è rimasta stabile su base mensile, mentre su base annua registra un +3,2%, lo stesso valore di agosto.

Per il Codacons, però, il dato «a dir poco drammatico è quello del carrello della spesa che vola, letteralmente, al 4,7%». In pratica, mentre per gli altri beni «il tracollo dei consumi ha consentito di bloccare il rialzo dei prezzi (se fossimo in un libero mercato l’inflazione avrebbe dovuto essere addirittura negativa), per i prodotti acquistati con maggiore frequenza, quelli ai quali difficilmente si può rinunciare, considerato che non possiamo perdere la pessima abitudine di mangiare, i rialzi sono stati stellari». Tradotto in termini di costo della vita, un carrello della spesa aumentato del 4,7% significa che, su base annua, «una famiglia di 3 persone spenderà, solo per gli acquisti di tutti i giorni, 635 euro in più, mentre per una famiglia di 4 persone la stangata sarà di 686 euro all’anno. Un pensionato single spenderà 381 euro in più all’anno, 31,75 euro in più al mese che certo non arriveranno dalla rivalutazione della pensione». Secondo il Codacons «è evidente che in queste condizioni il Governo Monti deve intervenire con urgenza, sia sui carburanti, introducendo quel famoso meccanismo di sterilizzazione promesso ai consumatori da 10 anni ma mai introdotto, sia liberalizzando il settore del commercio. In Italia, infatti, non c’è vera concorrenza, visto che puoi vendere un chilo di pasta ad un milione di euro senza commettere un reato, dato che manca la definizione di prezzo anomalo, ma per venderlo sottocosto devi comunicarlo al sindaco, non puoi farlo per più di 3 volte all’anno e per più di 10 giorni».

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