Profumo attacca, ma i sindacati non accettano lezioni da chi è rinviato a giudizio

SIENA – Sono passati cinque mesi da quel famoso 9 maggio, giorno in cui Rocca Salimbeni  fu invasa dalle Fiamme Gialle. Centocinquanta i finanzieri impegnati nella perquisizione. Oggetto dell’inchiesta della Procura l’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps, avvenuta a fine 2007.

All’epoca del blitz gli indagati erano quattro. Secondo indiscrezioni, gli avvisi di garanzia riguarderebbero l’ex dg Antonio Vigni e i componenti del precedente collegio sindacale. A questi, oggi, se ne aggiungerebbe un quinto.  L’avvocato Giuseppe Mussari, attuale presidente dell’Abi, nel 2007 presidente dell’Istituto di credito più “anziano” d’Italia.

 Mussari su possibile avviso di garanzia:“Non  ho letto i giornali”
Mussari ha commentato: “ Siamo fuori da ogni limite” precisando “Niente da dire. .. non ho letto i giornali”. Nessuna conferma della notizia da parte della Procura della Repubblica, né tanto meno dall’associazione delle banche italiane.
Rimane il fatto che la vicenda ha ancora contorni decisamente oscuri.L’istituto di credito senese, infatti, avrebbe sborsato al Banco Santander 10,3 miliardi di Euro. Uno sproposito dato che, gli spagnoli, solo tre mesi prima, comprarono Antonveneta per 6,6 miliardi di euro.
Incomprensibile la plusvalenza di quasi quattro miliardi. Non solo. L’operazione sembra essersi conclusa senza la due diligence, ovvero l’analisi preventiva sullo stato dell’azienda. Ma la vicenda non si chiuse lì. La ciliegina sulla torta, arrivò da Gabriello Mancini, tutt’ora presidente della Fondazione Mps, all’epoca indiscusso primo azionista di Banca Mps. Mancini, durante una riunione dei capigruppo in consiglio comunale, ammise di aver saputo dell’acquisizione di Antonveneta solo a cose fatte.

Troppi lati oscuri sulla vicenda Antonveneta

Troppi i lati nebulosi. Due gli aumenti di capitale. Il primo nel 2008, i secondo nel 2011, con un Fresh da un miliardo di euro emesso da Banca Mps per finanziare l’operazione Antonveneta. In più l’azzeramento del patrimonio della Fondazione, che finanziò l’operazione da un miliardo, con un’esposizione di 600 milioni con undici banche. Tra queste la JP Morgan. C’è poi l’ipotesi di manipolazione del mercato circa il valore delle azioni Mps. Secondo la ricostruzione della Consob e del nucleo valutario, nel periodo giugno 2011- gennaio 2012 il titolo avrebbe subito un anomalo ribasso.
La Guardia di Finanza vuole vederci chiaro. L’ultima perquisizione risale a giovedì scorso, quando le Fiamme Gialle sono nuovamente entrate a Palazzo Sansedoni, sede della Fondazione Mps. Tra le persone convocate dalla Procura della Repubblica, come persone informate sui fatti figurano il ministro dell’economia Vittorio Grilli e la presidente Rai Anna Maria Tarantola, nel 2007 funzionario generale di Bankitalia. Intanto Alessandro Profumo attacca i sindacati usando parole  che hanno suscitato risposte indignate..Dopo aver sottolineato di voler mantenere le giuste distanze dalle scelte della vecchia gestione dell’istituto di credito,  ma non si è risparmiato nei confronti delle <organizzazioni dei lavoratori: “Al Monte nessuno faceva la propria parte. Non si capiva chi faceva cosa. Il sindacato gestiva l’azienda, e un cattivo sindacato è sempre lo specchio di un cattivo imprenditore” Dichiarazioni che sono state rilasciate a Repubblica

I sindacati rispondono ad Alessandro Profumo con durezza. “Non accettiamo di dover subire queste “lezioni” da una persona rinviata a giudizio per frode fiscale.”

I sindacati: “  Dichiarazioni deliranti del presidente di Mps
“È incredibile dover leggere tali deliranti dichiarazioni – commentano in un comunicato congiunto Dircredito – Fabi – Fiba/Cisl – Fisac-CGIL – UGL – Uilca/Uil-  da parte di un banchiere capace di strappare una liquidazione di decine di milioni di euro al momento del suo allontanamento, non certo consensuale, da Unicredito. Sicuramente Alessandro Profumo è un’autorità in materia di clausole contrattuali individuali. Non vorremmo fossero le stesse applicate nei mesi scorsi al nuovo management. Si spiegherebbe così l’assoluta ritrosia a dare chiarimenti in merito”.
“La dichiarazione, riportata in un articolo che ipotizza il coinvolgimento del Presidente dell’Abi Giuseppe Mussari nelle indagini riguardanti l’acquisizione di Banca Antonveneta- sottolineano- costituisce un attacco inaccettabile e premeditato alle organizzazioni sindacali della Banca Monte dei Paschi di Siena, in un momento nel quale le stesse hanno pubblicamente dimostrato l’assoluta strumentalità ed inutilità della proposta di esternalizzazioni, per le quali evidentemente il Presidente della Banca ha un interesse particolare ed al momento non dichiarato.”
Secondo l sindacali Profumo non avrebbe rilasciato dichiarazioni sul presunto coinvolgimento del presidente dell’Abi perché “dovrebbe spiegare il fatto di esserne stato uno dei grandi elettori, a differenza del Sindacato Aziendale che ne ha chiesto le dimissioni in gennaio. O  forse l’imbarazzo deriva dall’averne incassato l’appoggio al momento della  designazione a Presidente della Banca Mps”.
“Questo è l’ennesimo frutto avvelenato della scelta, fatta nei mesi scorsi – dagli stessi tra l’altro che sulla vicenda Antonveneta avevano, a differenza del Sindacato, tutti gli elementi per giudicare sotto tutti i punti di vista l’operazione – di affidare una Banca, beneficiaria del sostegno pubblico, ad una persona coinvolta in procedimenti giudiziari così gravi. Il comunicato  conclude:. I sindacati- non accettano di “dover subire queste “lezioni” da una persona rinviata a giudizio per frode fiscale.”

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