Ilva. Nessun intesa su cassa integrazione. Fiom indisponibile a trattare

ROMA – I rappresentanti provinciali delle segreterie sindacali di Fim, Fiom e Uilm respingono la possibilità di trovare intesa con la direzione dell`Ilva di Taranto, che oggi ha comunicato l`apertura della procedura di
cassa integrazione ordinaria, a partire dal 19 novembre e per le successive 13 settimane, per 2000 lavoratori.

Il segretario generale della Fim Cisl di Taranto, Cosimo Panarelli commenta «Non c`è discussione che tenga poiché l`Ilva, ancora oggi, non ha reso nota la propria volontà circa il piano di investimento per la messa a norma degli impianti» ed aggiunge che «ogni iniziativa di ricorso agli ammortizzatori sociali potrà essere discussa solo dopo che l`azienda avrà chiarito la sua posizione rispetto all`Aia, quindi al piano di investimento».

La Fiom si è dichiarata indisponibile a trattare l’argomento in assenza di un vero tavolo negoziale sulle  prospettive e sul piano di risanamento del sito. Per il segretario provinciale Donato Stefanelli, «il tempo è scaduto.
Riva e Ferrante dichiarino i propri impegni». Antonio Talò, segretario provinciale Uilm, ha riferito che, per quanto riguarda l`Aia già in vigore, Ilva «sta ancora valutando la sostenibilità finanziaria degli interventi di risanamento»’, aggiungendo che «dall’inizio dell’anno c`è crisi di mercato e l’azienda aveva sempre assicurato che non avrebbe utilizzato questo ammortizzatore sociale. Invece ora c`è stato un cambio di impostazione».  
I lavoratori dell’Ilva aderenti alla Usb, in sciopero dallo scorso 30 ottobre, giorno in cui ha perso la vita Claudio Marsella nel reparto Movimentazione ferroviaria dell`Ilva, hanno deciso di prolungare lo sciopero sino alle sette di domenica 11 novembre. Il sindacato di base ha organizzato anche un corteo che sfilerà per le vie del centro di Taranto, sabato 10 novembre.

Condividi sui social

Articoli correlati