Salari. Una crescita irrisoria rispetto alla corsa dell’inflazione

ROMA – Sono dati drammatici quelli diffusi oggi dall’Istat sulle retribuzioni dei lavoratori delle grandi imprese.

Nell’intero anno 2012 l’indice aggregato del fatturato dei servizi è diminuito del 5,6% rispetto all’anno precedente.Mentre il tasso di inflazione corre su livelli inauditi (nel 2012 secondo l’Istat si è attestata al +3%), non crescono a sufficienza i compensi di impiegati e operai.Un andamento che continua ad aggravare la caduta verticale del potere di acquisti delle famiglie che, dal 2008 al primo bimestre 2013, secondo i calcoli aggiornati dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, risulta pari al -14,1%. 

 

Stando ai dati dell’Istat le retribuzioni delle grandi imprese sono cresciute di appena l’1,2% nel 2012, a fronte di un tasso di inflazione annuo del +3%. L’O.N.F. ha aggiornato le ricadute di tale andamento per una famiglia media (di 2,5 componenti) monoreddito di un impiegato in una grande impresa, che risultano pari a 533 euro annui. Tale perdita della capacità di acquisto equivale a 34 giorni di spesa alimentare (calcolo effettuato sulla base dei dati Istat). Questo dimostra ancora una volta che, ogni giorno che passa, la situazione per le famiglie diventa sempre più insostenibile.

Per questo è urgente che il nuovo Governo affronti al più presto questo grave problema avviando immediatamente 3 misure fondamentali:

–       L’eliminazione dell’aumento dell’IVA previsto da luglio;

–       La disposizione di misure di sostegno per le famiglie a reddito fisso, a partire da una detassazione;

–       L’esenzione dal pagamento dell’IMU sulla prima casa per i bassi redditi.

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